Maria Teresa Valle Il conto da pagare (Frilli € 9,40, pp. 201)
Questo libro era candidato al premio Azzeccagarbugli 2013, e non è arrivato in finale. Ma è stato scelto da due giurati (Cecilia Scerbanendo e io) per motivazioni analoghe. Quelle per cui mi sento di consigliarlo come lettura per l’estate. È un giallo semplice e con qualche ingenuità sul fronte delle indagini, ma ha una sua freschezza. L’ambientazione a cavallo tra presente e passato è espediente non nuovo, ma si fa seguire con interesse e offre un affresco convincente degli anni di Piombo in Liguria.
La cellula terrorista viene costruita pezzo per pezzo intrecciando le vite di ogni ragazzo che ne entra a far parte, e questo restituisce la banalità di quel male, il misto di ingenuità e disimpegno che ne stavano all’origine.
I capitoli dedicati al presente, invece, hanno tratti da commedia, sono pieni di calore e creano empatia con la storia, che ha per protagonista Maria Viani, scrittrice e investigatrice dilettante, e sua sorella, legata sentimentalmente alla vittima. C’è una vicenda sentimentale – un amore finito molto ben descritto, e un amore nascente in quell’età della vita in cui tornare a palpitare è regalo non scontato – che si unisce alle vicende degli anni di Piombo come la panna al cioccolato amaro. Il libro si legge di corsa e con piacere, ed è un giallo “tenue”, poco sangue, il giusto.
Maria Teresa Valle è biologa e lavora al San Martino di Genova, il che la rende una outsider di talento (oltre che prolifica, perché questo non è il suo primo romanzo, ma l’ultimo di una serie). Mi ha stupita piacevolmente la sua capacità di cogliere e descrivere i moventi, più che di un delitto, delle nostre quotidiane scelte.
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Scritto da: Francesca Magni
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