Magazine Società

Un gioco infame

Creato il 04 gennaio 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Un gioco infame

Evidentemente per i ministri della giustizia e della difesa, Alfano e La Russa, di questo paese i militari non sono tutti uguali.

Ci saranno quelli buoni e quelli cattivi?, ci sarà una graduatoria di merito?

Così parrebbe.

Ieri la Russa si è presentato, contrito e commosso, ai solenni funerali del militare di Thiene morto in Afganistan, mentre non c’era stamattina a Bologna per commemorare il ventennale della morte di tre carabinieri ammazzati a Bologna, quartiere Pilastro, il 4 gennaio 1991.

Che cosa differenzia Matteo Miotto da Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini?

Non l’età in cui sono morti, 24 anni il primo 64 anni in tre gli altri ragazzi.

Non il fatto che siano caduti tutti e quattro in servizio.

Non la distinzione tra l’essere militari o l’essere civili.

Certo non dovrebbero essere queste citate le differenze che possono far protendere le istituzioni a presenziare o meno ad una cerimonia di commemorazione o di saluto.

E allora, cosa differenzia queste morti? cosa impedisce a un qualunque rappresentante dello Stato di andare al funerale del primo e non andare alla commemorazione dei secondi?

La città in cui sono morti? la mano di chi li ammazzati?

Sì forse la differenza sta proprio qui.

La città dove sono morti potrebbe aver fatto la differenza; i signori dello stato non vengono volentieri a Bologna, quest’anno non si è presentato nessuno neppure per la strage alla stazione di Bologna; hanno paura loro signori di presentarsi in una città che potrebbe contestarli, potrebbe non essere d’accordo sulle loro decisioni.

Morire in Afganistan ha, invece, tutt’altro sapore, tutt’altra allure, tutt’altro impatto sull’opinione pubblica.

Anche la mano di chi li ha ammazzati potrebbe aver fatto la differenza; chi muore per mano del mussulmano ignobile, del talebano infame ha una marcia in più, un maggior motivo d’onore di chi viene ammazzato per mano italiana, tanto più se quella mano appartiene ad un’altra forza dell’ordine, quella della polizia.

Inoltre morire mentre si difende la democrazia esportata, mentre si è sotto l’ombrello delle nazioni unite e dell’esercito americano ha tutt’altro significato rispetto a chi muore mentre stava pattugliando le strade di una qualunque città del nostro paese, senza scudi democratici, senza ombrelli internazionali.

Infine un’ultima domanda.

Che differenza c’è tra lo studente “vigliacco”,  insultato e deriso dal ministro La Russa ad Anno Zero e il “vigliacco” ministro La Russa che non va alla commemorazione?

In fondo entrambi non hanno rispettato la Benemerita.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine