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Un giorno devi andare

Creato il 21 aprile 2013 da Persogiadisuo
UN GIORNO DEVI ANDARE di Giorgio Diritti, Italia, 2013 con Jasmine Trinca, Sonia Gessner, Anne Alvaro Un giorno devi andare
TRAMA Una ragazza dopo aver vissuto un trauma decide di partire per il Brasile assieme a una missionaria per visitare le comunità di indios che vivono nelle foreste, ma preferisce poi andare nelle favelas. In Italia, nel frattempo, sua madre è preoccupatissima per lei, ma le due non riescono a dialogare. RECENSIONE  Dopo L'uomo che verrà, film importante nel panorama italiano degli ultimi anni, Giorgio Diritti torna con un'altra storia che presenta diversi punti di interesse. Presentato al prestigioso Sundance Film Festival, dove ha ricevuto lusinghiere critiche dalla stampa estera misteriosamente taciute dai media italiani che questa volta non hanno minimamente appoggiato l'uscita del film dell'acclamato regista bolognese, una volta uscito nelle nostre sale è andato incontro all'inevitabile fallimento commerciale. Il regista, dopo aver fatto i conti con un infausto episodio di storia nazionale, il che gli aveva del resto procurato molta visibilità, decide di esplorare temi non meno coraggiosi ma di minor appeal per il nostro pubblico, ovvero le condizioni dei brasiliani poveri, quelli che vivono nelle foreste e nelle favelase quindi si addentra nel loro mondo e ne restituisce la lingua (come L'uomo che verrà era uscito coi sottotitoli perché in dialetto, così quest'ultimo film è quasi totalmente in brasiliano). Diritti scruta l'universo che descrive con lucidità, cercando di restituire i pregi e i difetti di quel mondo incontaminato in cui tutti sorridono anche nella più grande miseria, ma in cui un padre è capace di vendere il figlio neonato mentre la madre è al lavoro. Con la stessa lucidità, senza giudizi o provacazioni, ci mostra l'operato delle suore, sia quelle missionarie sie quelle che se ne stanno a ricamare in un convento. Un giorno devi andare E accanto a questo protagonista geo-sociale, il Brasile, c'è una protagonista in carne e ossa, interpretata efficacemente da una sfuggenteJasmine Trinca, una donna che cerca qualcosa, un'identità, un senso. Ma avere il coraggio di trovare se stessi comporta grandi sacrifici e dolori, analoghi a quelli vissuti quando si scopre di essersi persi.   In definitiva un film coraggioso, serio, silenzioso, contemplativo, con una bella fotografia e una bella musica, che lancia molte riflessioni ma preferisce non arrivare a nessuna conclusione, non aggiungendo però nulla di nuovo alle precedenti considerazioni cinematografiche in materia di religione, ricerca di se stessi, terzo mondo, sfruttamento..  VOTO: 7 

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