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Questo spazio permette al sito di continuare ad offrire in modo gratuito tutti i suoi contenuti!La fiaba
Martedì 20 Maggio 2014 22:51 Scritto da Alessandro Gioia
"Mi scusino lor signori, siate gentili, ho perso un qualcosa di prezioso: i miei anni, la mia serenità, i miei ricordi, erano tanto cari!"
Così diceva ai passanti intenti ad ammirare le vetrine dei negozi che vendevano a cuor sincero, cento, mille o più balocchi.
"Ma buon uomo, la felicità è una goccia piccola in mezzo a tante gocce, c'è chi la trova in un secchiello, chi nel fondo di un oceano. La felicità può essere di chi la crea, come fosse un grande artista. Chi è felice solo con un sogno, anche inventato, chi mangiando un panino, solo con una fetta di prosciutto. Chi facendo il farabutto, ma quella non è felicità, è illusione."
Questo disse quel passante che piangendo a denti stretti si fermò un attimo a spiegare a quell'uomo curvo col bastone che la gioia di una vita è già felicità acquisita.
" Mio cercatore" disse ancora "la felicità è come l'oro, tanta sabbia e terra per due piccolissimi granelli, dia retta a me che credo ancora nelle favole, ed anche se la fiaba della vita può sembrar la meno bella, sarà sempre la più vera, la più viva, e lo si può vedere nei sorrisi di quel mondo che crede ancora negli aquiloni, vede tante forme nelle nuvole, gioisce ancora per una caramella. Caro vecchietto, ritorni ad essere bambino, e lì la felicità, sfogli come un libro nuovo i suoi ricordi e continui a scrivere nuove pagine, e sulle stesse arricchisca il tutto con disegni con parole belle."
"Chi è lei?"
"Sono, se mi permette e con discrezione, della vita...la poesia, che mai parola o ricordo porta via."
Se ne andò canticchiando e un po' fischiando, saltellando così così.