Kim Edwards, già autrice di Figlia del silenzio e della raccolta di racconti La madre perfetta, non è nuova ad indagare l'animo femminile, ed in questa sua ultima fatica (ma sta già lavorando ad un nuovo progetto narrativo, che porterà avanti una volta che avrà esaurito le presentazioni di questo), Un giorno mi troverai, traduzione di Stefano Beretta, compie una nuova investigazione su una giovane donna in cerca di pace con un passato che la perseguita e nuovi spunti per il futuro, raccontando ancora una volta segreti di famiglia più o meno vicini, ma non solo.
Un giorno mi troveraiallude a qualcosa da cercare, la verità sulla morte del padre di Lucy Jarrett, che da ragazzina le chiese di andare a pescare e dopo il suo rifiuto morì incidentalmente, cosa che la figlia non ha mai superato sentendosi per sempre responsabile di averne causato la morte, ma anche sul passato di un'antenata, Rose, cancellata dalla famiglia per le sue scelte di vita insolite e anticonformiste, soprattutto tenendo conto del metro dei primi del Novecento.
Il titolo originale era invece Lake of dreams, riferito al luogo dove avviene il grosso della vicenda, la zona dei Five fingers Lake nello stato di New York, ex distretto a vocazione industriale che si è reinventato con il turismo attirando creativi e alternativi (e molti dei personaggi del libro, a cominciare dalla stessa Lucy, sono riconducibili in questa categoria), ma anche luogo simbolo del movimento delle suffragette e dell'emancipazione femminile, a cui apparteneva la stessa Rose, artista del pizzo, ispiratrice di preziose vetrate, protofemminista, mamma single, la cui vita ispirerà Lucy a decidere alcune cose per il suo futuro, che l'ha portata lontana da casa, tra Giappone e Sud est asiatico.
Anche se il posto specifico dove si ambienta tutta la storia è inventato, è comunque molto vicino alla realtà di una zona che, come molte altre in altri Paesi, Italia in testa, ha saputo ricominciare con nuove premesse, riscoprendo bellezze naturali e storiche e il potenziale creativo ed umano dei suoi abitanti.
L'autrice parla di lutti passati e ripercussioni sulla vita presente, ma anche di storia del femminismo delle origini, di speculazione edilizia, di crisi economica, di capacità di reinventarsi, globalizzazione sana con la cooperazione con i popoli meno fortunati (qui emerge una sua esperienza di gioventù in Cambogia), di creatività e spirito artistico, di anticonformismo, in un romanzo in cui i sentimenti e gli stati d'animo sono padroni, ma in definitiva costruito come un'indagine gialla, partendo dal ritrovamento di alcune lettere e oggetti.
Scoprire cosa è successo veramente a suo padre, se ha voluto suicidarsi o è stato un incidente, e scoprire chi è Rose e che traccia ha lasciato nella sua vita: questi sono gli scopi che Lucy cercherà di portare a termine, dimostrandosi nelle pagine un'eroina molto moderna con contraddizioni e situazioni personali in cui non pochi lettori e lettrici si riconosceranno, a cominciare dall'insofferenza per un sistema di lavoro basato sul profitto.
Un viaggio nell'animo umano, ma anche una riflessione su come il passato recente che si è vissuto e quello più lontano che ha toccato i propri antenati può ancora essere importante per la propria vita, in nome di una memoria non solo nostalgia, ma maestra di vita e capace di far capire meglio che senso e direzione voler dare alla propria vita.
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