“Se fosse sempre breakfast sarei felice, ancora sintonizzato sui miei sogni, impreparato a tuffarmi nella realtà…”
James Sveck (Toby Regbo) è un giovane newyorkese solitario che non riesce a legare con i propri coetanei, anzi non ci prova neanche, preferendo invece dedicarsi alla lettura restandosene in disparte, per questo motivo viene spesso etichettato come “asociale” o “disadattato”.
Il ragazzo in verità proviene da una famiglia che definire particolare sarebbe un eufemismo: il padre (Peter Gallagher) è ossessionato dal proprio aspetto fisico e ricorre alla chirurgia plastica per affascinare le ragazze più giovani, la madre (Marcia Gay Harden), già al suo terzo matrimonio, ha lasciato il suo ultimo marito durante la luna di miele e, isterica, cerca invano di rasserenarsi con degli esercizi di rilassamento fai-da-te, la sorella (Deborah Ann Woll) invece, innamorata del proprio professore universitario, è totalmente assorbita nel progetto di scrivere le proprie memorie all’età di soli ventitré anni.
James preferisce trascorrere i pomeriggi con sua nonna Nanette (Ellen Burstyn), l’unica persona dalla quale riesce a sentirsi compreso, ha deciso che non frequenterà l’università e, comunicata la sua scelta ai genitori, si vedrà per questo costretto a frequentare una terapeuta (Lucy Liu), obbligato dalla madre.
Proprio tramite queste sedute James proverà a smettere di sentirsi “diverso” e, grazie soprattutto all’influenza esercitata dalla figura della nonna, riuscirà finalmente ad accettarsi.
“Un giorno questo dolore ti sarà utile” è un film di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo romanzo di Peter Cameron.
Frutto di una cooproduzione tra Italia e Stati Uniti, la pellicola è girata interamente a New York, ed è approdata nelle sale cinematografiche italiane il 24 Febbraio.
La colonna sonora di Andrea Guerra (sue anche le musiche di “Cuore sacro”, “Alla ricerca della felicità”, “Nine”), contiene inoltre cinque brani cantati da Elisa, tra questi “Love is requited” uscito recentemente come singolo.
La fotografia è luminosa e delicata.
Il cast è impeccabile, il giovanissimo Toby Regbo è davvero accurato e preciso, sensibile e profondo.
Anche Ellen Burstyn, con la sua Nanette, riesce a toccare tutte le corde giuste e, con il suo largo sorriso, presenta un personaggio commovente e pieno di gioia di vivere.
Ma qualcosa non funziona e il film non riesce a convincere del tutto, il rapporto tra la nonna e il nipote non è approfondito come dovrebbe e, seppure sia facilmente riconoscibile l’affiatamento tra i due, il loro legame non è spiegato in modo soddisfacente.
Lo stesso personaggio di James è sfuggevole, le sue ansie, i suoi sogni e i suoi stessi sentimenti non sono del tutto definiti, si intuiscono chiaramente il suo malessere e le sue difficoltà familiari ma non sembra che il regista voglia mirare ad una conclusione precisa con la descrizione del suo protagonista. E’ giusto che il suo stato resti vago, d’altronde stiamo parlando di un adolescente, ma non c’è uno sviluppo sufficiente dei rapporti e dei pensieri del ragazzo tale da affascinare e rendere abbastanza interessante il film, chiaramente non si può non considerare che trascinare sullo schermo una storia come quella del romanzo di Cameron, descritta in modo così straordinariamente appassionante, è una sfida notevole e, proprio perché è difficile analizzare imparzialmente un film tratto da un testo che si è letto, bisogna ribadire che in questo caso era particolarmente arduo vincere il confronto.
Particolare menzione di merito deve però essere concessa alla colonna sonora, le canzoni di questo film infatti non possono non essere ricordate e canticchiate una volta usciti dalla sala.