Un giovane su due vuole andare all’estero – Ricerca Toniolo

Creato il 01 agosto 2012 da Fugadeitalenti

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Si stupisce e -quasi- si scandalizza il giornalista Dario Di Vico, commentando la notizia che Almalaurea ha deciso di offrire gratuitamente alle imprese tedesche la banca dati con i curricula dei nostri migliori laureati. “Abbiamo esaminato tutti i rischi della nostra iniziativa e abbiamo concluso che la cosa peggiore è tenere i nostri ragazzi nella condizione di disoccupati o sotto-occupati“, ha dichiarato Andrea Cammelli, direttore del Consorzio. Insomma, bandiera bianca: l’Italia ha smesso di essere un posto per giovani qualificati.

Interessante al proposito la recente ricerca dell’Istituto Toniolo, sugli under 30: una fotografia lucida di una generazione che, nonostante tutto, non si rassegna. Una generazione migliore del Paese che l’ha prodotta.

-Il 45% dei giovani reagisce alla mancanza di lavoro, mettendo in campo nuove strategie occupazionali, sottolinea lo studio.

-Tuttavia, tra chi ha un lavoro solo il 20% si dice pienamente soddisfatto dell’attuale impiego, oltre il 25% è poco o per nulla soddisfatto (al Sud la percentuale arriva a uno su tre).

-Per quali motivi prevale l’insoddisfazione? Il salario in primis (gli stipendi netti dei neolaureati in Italia sono tra i più bassi dell’Europa avanzata), in secondo luogo la coerenza tra il lavoro svolto e il percorso di studio. A seguire la stabilità del lavoro.

-Solo il 33% dei laureati afferma di svolgere un lavoro pienamente coerente con il proprio percorso di studi.

-Veniamo ora alle note più dolenti: il 48,9% dei giovani under 30 che hanno partecipato allo studio si dicono pronti a trasferirsi all’estero per migliorare le proprie opportunità di impiego. Meno del 20% si dice contrario all’emigrazione tout court, verso l’Italia o verso l’estero. I più propensi a muoversi si confermano i giovani del Nord (come ormai le statistiche mostrano in modo evidente da qualche anno), in prevalenza uomini. La parte del leone la fanno i laureati: un segnale molto allarmante di “brain waste”.

-un dato allarmante proviene dalle modalità di ricerca del lavoro: il 40% dei giovani intende affidarsi alle conoscenze famigliari e personali. Le vecchie pratiche insomma, ereditate dalle generazioni precedenti, non scompaiono. Se la giocano persino alla pari con il placement universitario, battute solo dall’invio del curriculum alle aziende e dall’inserimento del CV sui siti specializzati.

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