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Paga per il colloquio lavoro

Da Brunougolini
Paga per il colloquio lavoro
Se fino a poco tempo fa il must del candidato ideale era un curriculum impeccabile, accompagnato da tailleur e ottima presenza, oggi l’importante è non dimenticare il portafogli a casa». La spiritosa osservazione è di Concetta Desando. È apparsa sul blog La nuvola del lavoro ideato e diretto da Dario Di Vico (http://nuvola.corriere.it).
Una «piazza dove manifestare idee e proposte», non un «lamento collettivo» si precisa. Ma intanto si raccontano anche iniziative discutibili, come quella dei colloqui a pagamento. Tale scelta (100 euro) è stata esperimentata dalla Alessandro Proto Consulting, una società milanese di consulenza finanziaria e immobiliare. Cercavano un consulente commerciale e offrivano contratti di collaborazione da 1500 euro al mese, più contributi del 20-30% sulle trattative concluse.
Poiché i curriculum inviati erano tanti e s’incontravano «ragazzi dal profilo brillante ma poco ambiziosi» si è deciso di far pagare. Ha spiegato il capo della società di non voler «gente iperqualificata con tanto di master nelle migliori università europee». Meglio i corsi di formazione in azienda e la pratica sul campo.
Insomma - par di capire - più che cultura, spregiudicatezza, furbizia.
I candidati devono dimostrare, sostiene, «fin dal primo incontro che tengono davvero a questo lavoro e sono disposti a tutto per averlo». Risultato? Hanno incontrato dieci “ragazzi”, cinque hanno pagato, tre sono stati assunti. E questo sarebbe il mercato del lavoro moderno, alla danese, di cui si discute animatamente in questi giorni?
Nella “Nuvola” ci sono testimonianze più o meno felici: architetti, ingegneri, stagisti, parafarmacisti, ricercatori. Alcuni dal 2005 auspicano di poter portare a termine il concorso per Coadiutore amministrativo alla Regione Campania. Erano all’inizio in 40mila per 39 posti disponibili, sono rimasti in 800 per la successiva prova scritta. Ora sono in 71 ad attendere l’orale.
Non mancano gli operai. Sono, ad esempio, i 40, in buona parte rumeni, che lavorano a Milano per l’arredamento di alcuni piani del Pirellone Bis, dove traslocheranno i nuovi uffici della regione Lombardia. La loro ditta la “Mio Dino srl”, ha vinto un appalto da 9 milioni. Mentre tutti denunciano la piaga dei salari bassi italiani, loro percepiscono un euro, dicasi un euro, all’ora. Il dato è contenuto in una denuncia presentata da quattro di loro. La magistratura indaga.
Intanto, poco lontano, a Varese, leggiamo sempre sulla “Nuvola del Lavoro”, i sindacati costruiscono un muro, un singolare emblema di questi tempi di crisi. L’hanno chiamato “il Muro del lavoro”. Hanno detto che «è un argine contro la crisi e la rassegnazione». Siamo nella città natale del premier Monti e anche a lui parla l’iniziativa.

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