Magazine Cucina
Teeeempoooooooo…...basta, fermi
Stop.
Ho bisogno del mio
Tempo
Lento……….
Ho riempito le giornate di grandi magazzini e colmato carrelli enormi da caricare e scaricare,
ho compilato liste su liste di cose da fare, cose da comprare, cose da ricordare e poi sono corsa a rimediare a tutte le cose che ho dimenticato di fare e dimenticato di comprare e dimenticato di ricordare.
Ho organizzato e disorganizzato ogni cosa e poi, cucinato, riprovato, ricucinato, tagliato, disegnato, impacchettato ed inscatolato.
Montato mobiletti dell’Ikea, persino.
Ed ora ho bisogno di Tempo, Lento, e Musica.
E capire dove sto andando…….
……ecco……..musica…..piano……
Ciondolo verso il divano ma sul mio divano nuovo ci sono Max, Stefano e Camilla. Il mio passo resta sospeso ed incerto alla sorpresa, per un attimo.
Teresa è accanto alla finestra con le braccia conserte e quel suo sguardo severo di quando non le piaccio.
Caterina tiene il tempo distrattamente.
Giada balla un walzer, da sola e da matta, sulle note sparse, scompigliate e padrone di uno spazio anarchico.
“Che ci fate qui?”
“Sorpresa vero? Certo, ormai ti sei del tutto dimenticata di noi come di vecchia roba ammuffita!” mi apostrofa Teresa.
Sono arrabbiati con me. Tutti.
“E’ che….io…….”
“Sì, sì, certo” taglia corto lei, seccamente “Di certo buoni motivi”
Caterina tiene il tempo ...…il tempo di quel concerto che era rimasto sotto la neve ed invece ora è qui: nel mio lettore cd, nell’aria e ovunque.
Lo Spazio si allarga allo spandersi delle note. La musica alza il volume ed inonda tutto come una mareggiata.
Lei, Caterina, tiene il Tempo ed io la seguo nel Tempo che il clarinetto rimodella e ricama. Diventa prezioso e magico questo Tempo fuori dal Tempo, fuori dagli orologi, fuori da ogni logica e senza convenzioni.
Caterina batte il tempo e noi le andiamo dietro tutti, ci lasciamo prendere dal battito e dal Tempo e da tutta la magia di un pensiero infinito, impreciso, splendente. Che suona per me.
Ed ora il Tempo non è più solo Lento: è un walzer che rotola e ride felice e matto al comando di Giada, sua Regina.
In questo altro Mondo, scappato dal cilindro di un mago distratto, il respiro sa di neve e di immenso, le cose hanno tutto un altro nome. Un nome da scoprire ancora.
“Non ti sei persa?” mi chiede Teresa. Vedo un puntino di dolcezza nel centro del suo sguardo severo, come quando fa solo finta che non le piaccio.
“No” rispondo “ ho trovato cose che non mi aspettavo di trovare e ne ho scoperto altre che non sapevo esistessero. Sono solo rimasta sorpresa.”
“Sei felice?!” mi chiede strillando Giada, senza smettere di rotolare dentro il suo walzer.
Max prende la mia mano e accompagna anche me dentro il walzer folle ed io rispondo a Giada volteggiando sull’assolo di tromba;
giro veloce nell’abbraccio di Max, punto i piedi sulle note più acute e mi lascio scivolare su quelle più profonde. Sono…..stordita di felicità.
Più veloce, più veloce, ancora più veloce finché non vedo più niente, solo colori.
Danzo nel Salone delle Feste più grande ed illuminato del mondo, i cavalieri sono tutti bellissimi e le dame vestite di luce e diamanti.
I pensieri sono fermi, le domande sono rinsecchite e morte come foglie a dicembre. È un incantesimo bagnato dal vino e dalla musica e non sente ragione, non desidera risveglio.
Ma è pur sempre un incantesimo e sappiamo che il suo mistero andrà svelato e rivelato. E poi nascosto di nuovo, per conservare il ricordo di questa felicità e non smettere di desiderare di incontrarla ancora.
Max si allontana tenendo la mia mano nella sua, mi fa un inchino e mi lascia nella mano di Giorgio.
“Bentornata” mi dice Giorgio e mi porta in un giro di danza più lento e leggero.
Quando mi fermo Camilla sistema una piega del mio abito. Anche io indosso diamanti e luce, come lei.
Teresa apre il suo ventaglio con un gesto fermo e sapiente “Sei molto bella, oggi”. Sorride un sorriso appena visibile ma gli occhi tradiscono un affetto più largo, mi gira le spalle e si allontana con il suo cavaliere.
Finché il clarinetto ci spiega dolcemente che la festa sta finendo e l’ultima nota si posa come un fiocco di neve su un raggio di sole ed evapora altrove.
Le note volano via sparpagliandosi nel cielo e la stanza torna ad essere solo il mio solito salotto.
Beh, con il divano nuovo, però!
Ma loro sono ancora qui.
“Sorpresa?” mi chiede Stefano sorridendo.
In effetti, un po’ sì.
“Beh, ragazzi, è l’ora dell’aperitivo” dico per ingannare riflessioni che non voglio affrontare ora.
Si animano tutti: chi tira fuori i bicchieri da Martini e chi si mette a preparare improbabili cocktail follemente colorati (indovinate chi).
Ed io penso al volo a qualche salatino goloso.
Appetizer: sablè al parmigiano e nocciole
per circa 40 biscottini
100g di burro
170g di farina
30g di maizena
Un tuorlo
50g di granella di nocciole
50g di parmigiano grattugiato
1 cucchiaino di sale
Pepe q.b.
Acqua q.b.
Lavoro il burro a crema, con le fruste, e poi unisco il tuorlo. Lo faccio amalgamare bene e poi aggiungo, sempre lavorando con le fruste, il sale, il pepe, le nocciole ed il parmigiano. Nell’impasto cremoso aggiungo a poco a poco le farine setacciate insieme. L’impasto deve rimanere umido e morbido, se necessario aggiungerò un poco di acqua fredda.
Senza lavorare la pasta ne faccio un salame che avvolgo nella pellicola e lo faccio riposare ed indurire in frigorifero.
Non so perché ho avuto paura.
“Di non essere popolare?” Teresa lo sa.
Si forse, di non essere accettabile se non fossi stata più semplice, più leggera. E di non essere capita se avessi detto quello che volevo dire veramente. Di essere troppo strana.Di essere emarginata se avessi detto parole più forti e crude di quel che è lecito ma quelle parole mi sono rimaste nella gola, sono le mie.
“Pensi di aver tradito te stessa?” mi chiede
Forse. Forse ho solo esplorato quella che pensavo una forma diversa di me. Invece è aria fritta.
Teresa ride.
“Non mi sono persa.”
“No” risponde ridendo e senza credermi.
“Non esiste vita nel mondo reale senza compromessi” affermo io, senza esserne del tutto convinta.
“Non sei capace di compromessi” dice lei
“Forse potrei imparare”
“Forse”
Affettati i biscotti, cuociono in 15 minuti nel forno a 180°.
Alziamo coppe e bicchieri, chi un Martini, chi un Kyr e chi…..un improponibile cocktail multicolor e folle (indovinate chi).
Alla salute!!!!
“Ho bisogno di voi” dico
“E noi…abbiamo bisogno di te” rispondono in coro mentre cedo ed indugio qualche istante di troppo nello sguardo di velluto di Max.
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