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Un giro in libreria, tanti interrogativi

Creato il 10 giugno 2013 da Altovolume
Un post che avevo iniziato a pensare mesi fa.
Sul valore dei libri, sul prezzo dei libri, sulle onnipresenti promozioni.
 L'altro giorno sono andata a fare un giro in libreria.
Premetto che io in quest'ultimo periodo riesco ad andare pochissimo in libreria regolarmente.
Per questioni di tempo e di luoghi.
Riesco ad andare in libreria solo quando decido di fare un giro in città, oppure quando passo per la stazione di Milano Centrale, alla super-mega-iper Feltrinelli.
L'altra volta (era circa marzo) avevo avuto l'idea di scrivere un post perché avevo passato buona parte della mattinata a cercare un libro da regalare a un'amica.
E mi ero incazzata non poco.
Erano appena usciti i famigerati libri a 0,99€, un po' di casotto da parte di tutti e poi "basta", nel senso che non se ne è più parlato più di tanto fino a qualche giorno fa quando sono usciti altri libretti a 0,99€.
Parecchie persone del settore erano e sono contro questi libri e hanno le loro buonissime ragioni, anche se per me non c'è da preoccuparsi.
Comunque non è questo il punto.
Il punto della questione era la svalutazione del lavoro editoriale, la svalutazione della cultura (libro come mero prodotto dozzinale), lo svilimento dell'oggetto culturale libro agli occhi della gente.
Dico male ?
Un giro in libreria, tanti interrogativiAllora, dicevo, mi incazzai. Perché tra i vari libri avevo trovato un libro che avevo comprato qualche mese prima, ovvero Inheritance, l'ultimo libro della saga di Eragon, di Christopher Paolini.
Io l'ho pagato 20€, scontato, invece di 24€(appena uscito).
Il prezzo era sceso a 9€ che con sconti vari diventava 8,49€. E il libro era identico a quello per cui io avevo sborsato 20€. Stessa copertina rigida, stessa sovracoperta, stesse pagine: nemmeno la consolazione che fosse un'edizione tascabile.
Posso dire di essermi sentita un'idiota ? O meglio, presa letteralmente per i fondelli dalla Rizzoli ?
Mi sono domandata, e mi domando, quale sia effettivamente il valore di un libro allora.
Io quando pago un libro do un valore a questo. Credo che un libro, tra qualità del testo e della confezione, possa valere o non valere tot euro, quindi decidere se comprarlo o meno.
Questo perché, purtroppo, non posso permettermi di comprare tutti i libri che vorrei.
Il ribasso vergognoso della Rizzoli mi ha fatto sentire un'idiota perché se l'avessi saputo avrei aspettato a comprare il libro. Adesso sono confusa, quel libro quanti cacchio di euro vale ? 24€ (scontato 20 e qualcosa) o 9€ (scontato 8 e qualcosa)? Perché questo ribasso ? Ha fatto così cagare a tutti ? Il libro è stato fatto da stagisti in nero? La Rizzoli non ha pagato i diritti d'autore ? La Rizzoli è babbo natale ?
Comunque, ora mi rode il fegato perché altra gente ha lo stesso identico mio libro pagato meno della metà.
Mi domando: perché non vendere il libro a un prezzo onesto, pulito e basta fin dall'inizio ?
 E qui entrano in scena le famigerate PROMOZIONI.

Un giro in libreria, tanti interrogativi

Chi non ha mai comprato libri in promozione ?

Ce n'erano allora, mesi fa, e ce ne sono anche adesso.
Ci sono sempre promozioni in libreria.
C'erano mesi fa, alla Feltrinelli di Brescia, e c'erano ancora l'altro giorno, alla Feltrinelli di Milano, di Como.
Libri ben evidenziati, in prima linea, tutti carini e ordinati.
Gli altri ?
Accuratamente a scaffale, secondo un ordine che varia da libreria a libreria ( e spesso da Feltrinelli a Feltrinelli), a volte difficili da estrarre.
Ovviamente le promozioni si trovano anche in rete.

Un giro in libreria, tanti interrogativi

da Ibs

Io non ho niente contro le promozioni.
Anzi, da brava taccagna ci sguazzavo a volte (ho cambiato il modo di comprare libri).
Ho notato però che l'unico risultato, per quanto mi riguarda, era che non compro mai certi libri al di fuori delle promozioni.
Ad esempio, perché pagare un Tascabile Einaudi a prezzo pieno quando basta aspettare il mese giusto (a volte il giorno) per pagarlo un poco di meno ?
Non so gli altri, ma questi sono pensieri che faccio avendo soldi contati.
Da quando è entrata in vigore la legge Levi, che doveva in teoria limitare gli sconti e favorire i piccoli della filiera editoriale, a me, sinceramente, sembra che stia succedendo il contrario.
2. E`consentita la vendita dei libri ai consumatori finali (...) con uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento sul prezzo fissatoai sensi del comma 1
dalla legge Levi
Ogni mese c'è qualcosa in promozione.
Le librerie di catena te lo fanno sempre gentilmente notare.
Ogni volta che ci entro ho sempre più la sensazione di essere al reparto supersconti del supermercato, quella dove trovi i prodotti che sono in odore di muffa.
La legge Levi, comunque, poi stabiliva lo sconto massimo al 15%.
Se guardate l'istantanea di Ibs troverete molti libri in promozione al 25%.
 4. La vendita di libri ai consumatori finali  e` consentita con sconti fino ad una percentuale massima del 20 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1:
a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale (...);
b) in favore di organizzazioni non lucrative di utilita` sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalita` scientifiche o di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative e universita`.
Io ora non ho entro nell'interpretazione stretta degli altri commi della legge, che fa si che Einaudi possa scontare a 25%, come Mondadori, Feltrinelli etc.
Mi domando però, innanzitutto, perché fare una legge che all'apparenza vuole tutelare il libro, (lo sconto massimo è previsto infatti nella manifestazioni e per organizzazioni non lucrative) per poi mettere scappatoie simili. Sto dando per scontato che quelle case editrici l'abbiano trovata la scappatoia, se così non fosse avvisatemi vi prego.
E poi mi domando ancora che senso abbia avuto fare una legge simile se poi a guadagnarci sono ancora i soliti editori e le solite librerie che possono permettersi queste onnipresenti promozioni, per non parlare delle famigerate cardfedeltà che permettono altro che sconti (per s/fortuna).
Non è finita.
Mi domando cosa pensino all'ufficio Marketing.
Davvero credono che per fidelizzare il lettore basti il prezzo ?
Io il prezzo lo guardo. Ma non è l'unica cosa. Cerco di approfittare di sconti quando posso, ma è anche vero che certe case editrici scelgono politiche editoriali che permettono di fidelizzare i lettori in altro modo.
Ad esempio la BaoPublishing, che ultimamente si è presa molti dei miei soldi. Non ho mai visto un loro volume "svenduto". Al massimo un piccolo sconticino, al massimo il 15%. E non ho mai preteso di più perché credo che certi loro volumi li meritino i 30€. Pago, però sono felice perché è un prodotto in cui la casa editrice ha creduto e so che non lo troverò mai, due mesi dopo, a 10€, come lo yogurt che sta per scadere.
Certo questo è il valore di una piccola casa editrice. Forse loro lo fanno perché non possono permettersi di scontare di più, ci perderebbero molto probabilmente, però così fidelizzano un lettore, che sa che può comprare ad occhi chiusi, si può fidare.
Infine mi domando ancora un altra cosa. 
Invece di fare tutte queste promozioni, questi sconti, questi saldi - che secondo me sminuiscono il valore del libro molto più di un prezzo di copertina basso- perché non dare ai libri il giusto prezzo?
Perché non dire : questo è il prezzo adatto per qualità del testo e dei materiali, basta.
Mi si dirà perché la gente non legge.
In realtà i bambini e i ragazzi leggono molto, solo che dopo c'è il buio, gli adulti non leggono, per molti motivi.
Secondo me anche perché si promuovono libri che non valgono una cicca rispetto a certi libri per ragazzi.
Non è che i ragazzi, una volta cresciuti, si accorgono che nel mondo dei libri girano sopratutto libri mediocri dove una volta letta la quarta sai già come finisce?
In ogni caso sono d'accordo con l'appello che fu lanciato al'epoca, spero ancora valido.

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