Quando un adulto chiese a Sammy, rosea bimbetta dell’asilo, “Che cosa vuoi fare da grande?”, ella rispose tutta contegnosa: “L’astronauta!” … ed astronauta diventò. A volte i sogni si avverano e la pargoletta di un tempo è oggi un’eroina che è partita… per lo spazio.
Siamo commossi e pieni di ammirazione: Samantha tra un po’ ha più lauree di Piero Angela. Senza titoli accademici si vale meno di un fico secco e la Scienza, “benefica, immortal, a’ trionfi avvezza”, è tutta lì, in magnifiche pergamene incorniciate, abbellite da autografi pieni di svolazzi, da bolli preziosi, da stemmi rutilanti.
L’ulissiaca viaggiatrice è poliglotta: soprattutto il suo italiano è forbito, irreprensibile. Le sue conoscenze sono “interminate” e “sovrumane” come gli spazi cosmici che ora l’esploratrice contempla, lo sguardo solenne e sagace, dalla stazione orbitante.
Intrepida, intemerata, invitta, inclita, ella, da lassù, ove si ode quasi il frullo di angeliche ali, ci elargisce graziosamente il suo infinito sapere, la sua profonda comprensione delle meccaniche celesti, persino dei più reconditi misteri della Creazione.
Celestiale creatura, solo Tu, potevi inanellare tanti trionfi, celebrare la fulgida, sempiterna vittoria del Sapere sulle tenebre della superstizione in cui brancola un’umanità smarrita.
Non sapremmo quale dottissima disquisizione trascegliere nel florilegio da Te composto in guisa tanto superba: la Scienza si innalza a Poesia, alata a somiglianza di Pegaso.
Così, pur consci che tutte le Tue perle sono di inestimabile valore, esibiamo all’universale contemplazione la seguente:
“Ecco come ti si vede dallo spazio. I disegni che le nuvole creano sopra il Golfo sono meravigliosi!”
Forse quelle descritte in modo tanto sublime dalla nostra novella Saffo non sono nubi, anzi ci pare che colei sia incorsa in una castroneria, ma Le accordiamo venia, perché, malgrado codesta lievissima menda, Sammy resta e resterà in saecula saeculorum la nostra castronauta, pardon Astronauta per antonomasia.
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APOCALISSI ALIENE: il libro