Magazine Diario personale

Un’idea di Terzani

Creato il 14 settembre 2014 da Danny @StoriediViaggio

Non sempre ho voglia di leggere Terzani; a volte temo mi faccia venire una voglia di muovermi che non posso assecondare, o che mi metta dubbi che non sono pronta ad ascoltare…Non è sempre il momento giusto, ma il mese di agosto lo è stato. Ho avuto la compagnia di Un’idea di destino, durante le vacanze e poi durante i miei piccoli viaggi quotidiani.

Una compagnia di cui sento  la mancanza da alcuni giorni, anche se  sapevo che sarebbe arrivato questo momento. Mi ha divertito trovare similitudini e idiosincrasie che ho in comune con lui, uno piccino su tutti: il fastidio per la cultura mangiona: “Come mai per avere contatti con questi giapponesi (come poi con tutti in questo mondo d’oggi)  sembra che si debba solo bere e mangiare? ‘Allora ci vediamo a pranzo’, ‘Sì andiamo a bere un bicchiere’, perchè? E io che voglio correre, dimagrire e stare ad acqua minerale con una fetta di limone”.

Pensavo di essere la sola che vorrebbe stare ad acqua e succo di limone (io farei a meno anche del succo di limone) – questo non ha nulla a che vedere con i disturbi alimentari, è percepire il nesso tra leggerezza del corpo e quella della mente.

Cercare-Terzani

Oppure il rapporto di “attrazione/repulsione” per le filosofie orientali, semplificate, decontestualizzate e ridotte a merce da vendere agli occidentali inquieti… eppure fonte di stimoli e riflessioni così necessarie  per non naufragare nella pochezza e nel materialismo.

“Per questo tra i 50 meditatori, la stragrande maggioranza è fatta di giovani occidentali.Il nostro mondo è in crisi, non offre soluzioni, non da’ speranza e questi vengono qui a sentire lezioni che ormai non sentono più dal loro parroco, per giunta hanno il gusto dell’esotico, dell’altro e si inginocchiano con soddisfazione davanti al loro idolo, un dio che con la loro vita non ha molto a che vedere, ma proprio questo lo rende accettabile. (…) Cerco la religione, cerco qualcosa di più impegnativo del quotidiano, ma non posso accettare la schiavitù delle regole, degli inginocchiamenti, dell’idolatria delle masse”

Mi sarebbe piaciuto  spiegare a Terzani che non è necessario essere toscani per avere il gene del senso critico, della sana diffidenza verso chi cerca di vendere idee preconfezionate.

Altre cose invece avrei voluto che le spiegasse lui a me, o che le avesse spiegate prima, quando lui era ancora vivo e io giovane abbastanza per assimilarle.  A partire dal senso dei legami che si solidificano nella lontananza, che si nutrono del confronto tra due individui, felice antidoto alla creazione di quello strano mostro a due teste che sono certe coppie.  Trovo dolcissimo che chiamasse Angela “Fratello”, “il fratello che ho scelto”; a chi non capisce intuitivamente  la bellezza di questo è difficile anche spiegarla a parole. Nella convinzione che si fossero già incontrati in una vita precedente ci trovo un misto ferale di misticismo e romanticismo che non riesco a condividere, però è pur sempre meglio delle relazioni con diritto di recesso che viviamo e vediamo ormai ovunque.

Ho rincontrato l’India, brutta, sporca e puzzolente, quel paese che Terzani amava ma non riusciva a capire fino in fondo; leggere questo mi ha sollevato. Che non sia possibile per noi, europei, occidentali, capire l’India fino in fondo? Eppure la curiosità per Binsar mi è nata, non la prepotente voglia di viaggiare di cui parlavo prima (che forse non proverò per l’India mai più) ma una leggera suggestione.

“E io continuerei il mio viaggio di cui – come dice il sufi – sono il viaggio, la meta, il viaggiatore, nient’altro che me stesso, verso me stesso”.

01-catalogo

foto di Tiziano Terzani

 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :