“Le aziende (principalmente manifatturiere) che chiudono in Italia per trasferirsi in Cina o Romania, o peggio ancora quelle che chiudono per non aprire nemmeno altrove… sono i globuli rossi che l’Italia sta perdendo, inesorabilmente. Ma -ecco il mio punto di vista- meritatamente. E’ naturale, fisiologico, inevitabile, che le aziende esistenti si spengano e nuove non nascano. In un ricambio generazionale che manca tragicamente: un’emorragia inarrestabile“.
Considerazioni di Giovanni Masini, 29enne imprenditore residente a Falkow, estremo sud polacco, 800 abitanti appena. Una laurea in Ingegneria, Giovanni capisce presto che il suo futuro non sarà in Italia: ad aprirgli gli occhi -a 21 anni- un anno di studi a Sydney, Australia, già da studente. Al rientro in Italia, Giovanni si iscrive alla specialistica triennale, cominciando contemporaneamente a lavorare per un’industria meccanica nel bolognese: contratti pseudo-inesistenti, prospettive vaghe e nebulose segnano la sua esperienza italiana, che si conclude non appena accetta un’offerta per un lavoro analogo in Quebec, Canada. “Nessuno fece nulla per trattenermi, con mia sincera delusione“, commenta Giovanni: è il segnale, forse definitivo, che l’Italia non è un Paese per persone intraprendenti e di talento come lui. A Montreal Giovanni fa un’altra esperienza lavorativa entusiasmante, che precede di poco la laurea.
A quel punto il cammino è segnato: prima la Russia, come dipendente di un’azienda di costruzioni, poi la Polonia, dove a soli 25 anni apre l’azienda col fratello. Un’azienda tradizionale, di produzione di similcalcestruzzo. Molto diversa da quelle innovative della Silicon Valley. Anche l’area geografica non è “alla moda”: “mi sono innamorato di un contesto, un ambiente. Quello dei luoghi nei quali la situazione non è sviluppata, dove si è troppo impegnati a costruire il futuro, per perdere tempo in politiche o lamentele“, afferma Giovanni. Che dalla Polonia più remota osserva un Paese, il suo, “allo sfascio. L’Italia è una nazione che, per ragioni politiche-sociali-economiche si è resa il peggior nemico di sé stessa, in due decenni di mala gestione. Un contesto per nulla invitante ad impiantare, a far nascere qualsiasi cosa“.
D’accordo con la tesi di Giovanni è l’ospite della trasmissione: Laura Costato, imprenditrice a capo di un progetto di trasferimento in forma consortile di aziende verso la Moldavia. “In un Paese che premia il comportamento scorretto, chi lavora in maniera onesta non ha scampo“, denuncia Laura.
Nella rubrica “Spazio Emigranti” nuova tappa della nostra inchiesta sulle parole che fanno fuggire i giovani dall’Italia. Oggi è il turno di un termine, “meritocrazia”, la cui mancanza -paradossalmente- ha giocato e sta giocando un ruolo fondamentale nella fuga all’estero dei giovani talenti. Ne parliamo con Roger Abravanel, autore del più famoso saggio mai scritto sull’argomento.
Ascolta la puntata collegandoti alla pagina di “Giovani Talenti” sul sito di Radio 24: CLICCA QUI
Leggi il blog di “Giovani Talenti” sul sito di Radio 24: CLICCA QUI
Utilizza la piattaforma online “Matching”: CLICCA QUI
+++PARTECIPA ALLA NUOVA INIZIATIVA DI “GIOVANI TALENTI”+++
Intanto siete tutti invitati a compilare il “Manifesto 2012 dei Giovani Talenti”:
Inviaci la tua proposta, per rendere l’Italia un Paese di “Circolazione dei Talenti”:
1) sei un giovane professionista “under 40″ all’estero? Indicaci UN motivo che ti porterebbe a tornare
2) sei un giovane professionista “under 40″ in Italia? Indicaci UN motivo che ti aiuterebbe a restare
Inviate le vostre proposte, specificando il Paese di residenza, a: [email protected]
SEI UN GIOVANE “UNDER 40″ ESPATRIATO ALL’ESTERO? VUOI RACCONTARCI LA TUA STORIA? Per contattare la trasmissione: [email protected]
Alla prossima puntata: sabato 10 marzo, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!