Vi presento, dunque, il mio nuovo amico, le cui copertine colorate non dimentico mai di chiudere quando interrompo la lettura, per paura che mi scappi via: Mi chiamo Edoardo, ho nove anni e mi piace giocare a calcio, ma da grande farò il pilota, di elicotteri però, perché gli aerei volano altissimi e non ti fanno osservare bene tutto quello che c'è sotto.
Con l'elicottero, invece, ti sembra quasi di vedere le persone nelle case, l'ho scoperto il giorno in cui il mio papà mi ci ha portato ed è stata un'esperienza bellissima. Il mio papà non è un pilota, ma ha un amico che lo è e quindi, quando sarò grande, quell'amico mi farà da maestro così porterò Davide a fare dei giretti fantastici. Un'altra cosa che mi piace fare è leggere la sera [...]Questo è Edoardo, un bimbo curioso, sveglio, fantasioso e sul punto di vivere un'avventura autentica assieme al suo amico Davide Campodirame, una presenza speciale che Laclelia, madre di Edoardo, non ama. Ma si sa, non sempre le mamme condividono le scelte e le compagnie dei figli.
Se l'amicizia tra Edoardo e Davide, le loro peripezie, le perplessità di Laclelia, la morte del nonno "bisnonno di Edoardo, pardon", l'evasione dalla villa nel cuore della notte, la scoperta di una pista per risolvere il mistero dentro il quale Edoardo e Davide sono rimasti intrappolati, sono narrati con spiccata capacità nel romanzo, allora invito, gli occhi e le menti curiose che mi hanno seguito fin qui, a conoscere meglio Cristiana Pivari, la madre letteraria di Quello strano bambino dai pantaloni di velluto.
Cristiana, sei scrittrice per scelta, per vocazione, per l'insoddisfazione delle letture? Perché?Scrittrice perché è capitato, perché a scuola leggevano i miei temi in tutte le classi e allora ho pensato che forse lo sapevo fare, perché scrivere mi ha aiutato a superare momenti molto tristi della mia vita, perché adoro giocare con le parole e creare immagini mentali efficaci in cui mi crogiolo da sola e poi trovo fantastico regalare un'emozione a persone che magari non incontrerò mai, sempre che qualcuno compri i miei libri.
Leggendo la tua biografia si resta sorpresi dinanzi al numero di concorsi letterari vinti o in cui ti sei classificata come finalista. Pensi abbiano la capacità di fungere come trampolino di lancio oppure c'è un'altra ragione che ti spinge a partecipare?La partecipazione ai concorsi letterari è una patologia ben radicata che ho coltivato negli anni. Nel mio caso, a ripensarci può essere stata pure un trampolino di lancio, visto che con la raccolta di racconti ho vinto un premio e allora ho deciso di farla pubblicare. Da qualche cosa bisogna pur iniziare, mi sono detta, e anche se la vittoria prevedeva la pubblicazione da parte della casa editrice che aveva indetto il concorso, visto che andavano per le lunghe, l'ho fatto pubblicare io per non rischiare di non riconoscermi più in quel che avevo scritto.
Tre romanzi (o meglio libri, considerando che il primo è una raccolta di racconti) pubblicati, in ordine cronologico: In prima persona singolare, Crisalide rosa e Quello strano bambino dai pantaloni di velluto. Cosa hanno in comune e cosa li differenzia?In tutti e tre c'è "la Cristiana" con il suo sentire e la sua voglia di trasmettere quello che le sembra di aver capito e poi sono scritti tutti e tre in prima persona. Ora rileggendo la raccolta di racconti trovo che sia molto ingenua e per certi versi la riscriverei, comunque con la scrittura capita così, più si scrive più si affina l'arte.
Quello strano bambino, un'opera dedicata ai più piccoli, una storia avvincente anche per i grandi, un'avventura che, leggendo il testo, mi è spiaciuto non aver vissuto da ragazzina. Com'è nata l'idea? Grazie e buon a lavoro!È la mia bambina interiore che l'ha voluto scrivere e io l'ho assecondata ma per non farmi riconoscere mi sono travestita da Edoardo. Per quanto riguarda la trama era un modo per far conoscere ai potenziali piccoli lettori la letteratura classica e in questo caso un romanzo che amo moltissimo.
Grazie a te.
Cristiana Pivari ha due figli, un compagno e un cane. Legge molti libri, altri li cataloga per lavoro e qualcuno tenta di scriverlo. Il suo primo libro, una raccolta di racconti dal titolo " In prima persona singolare" vincitore del premio Elsa Morante per inediti è uscito nel 2007. Per quasi dieci anni ha recitato su di un palcoscenico, poi si è ritirata dietro le quinte per organizzare spettacoli e visto che era lì ha scritto due testi teatrali. Il primo dal titolo " Merdre fiction " è stato messo in scena nel 2008, l'altro, segnalato in un concorso, è pubblicato nella collana di teatro degli autori teatrali trentini. Ha ottenuto poi una menzione nel concorso indetto dall'Associazione "Il camaleonte" di Chieri nel marzo del 2006 e nell'ottobre del 2006 è stata a Napoli a ritirare il primo premio del concorso "Una piazza un racconto" indetto dalla Chiesa Luterana di Napoli.