Mi affido alle parole di Mauro Cozzoli, pubblicate su Avvenire di ieri.
«Umiltà e semplicità: due piccole-grandi virtù. Piccole perché nascoste, inappariscenti, momenti e brani della kenosi evangelica. Grandi perché indici di magnanimità e generosità, espressioni della «libertà che abbiamo in Cristo Gesù» (Paolo ai Galati 2,4). È questa la grande risorsa del cristiano e della Chiesa: non conquista dell’uomo ma frutto dello Spirito di Dio nel cuore dei credenti e, per essi, nella comunità ecclesiale.
Nella testimonianza di umiltà di papa Benedetto e di semplicità di papa Francesco è all’opera lo Spirito Santo nella Chiesa oggi. E la Chiesa continua a risplendere, agli occhi degli uomini, come «sacramento universale di salvezza», «segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Lumen gentium). Continua a risplendere, malgrado le insufficienze e i fallimenti, le colpe e gli scandali di suoi figli e le diffidenze e i disfattismi di tutti i profeti di sventure.
La libertà di umiltà e di semplicità con cui Benedetto e Francesco hanno contraddetto e sorpreso il mondo in questo tratto impervio e sofferto del cammino della Chiesa, dice della provvidenza di Dio che non abbandona il suo popolo Ma rinnova e guida la Chiesa attraverso la sapienza della croce. Sapienza kenotica del rinunciare, del farsi piccolo e servo; logica dell’ultimo posto, del perdere, marcire e morire, come il seme nel terreno, per germogliare, fiorire e portar frutto, per ritrovare e risorgere. Tanto più quanto più la grande crisi economica e morale insieme, che deprime persone e società oggi, le rende assai più sensibili a una Chiesa umile e semplice, sobria ed essenziale, perché a esse più vicina e solidale. Chiesa-faro di salvezza e di speranza nel buio e tra i frangenti del presente. Di qui lo sguardo ammirato della gente di ogni latitudine e continente, conquistata dalla libertà evangelica di Benedetto e di Francesco.
Tutto questo fermento in tempo di Quaresima. Tempo di conversione e rinnovamento: esodo di povertà e rinuncia, di distacco e dedizione, di provvisorietà e speranza, scandito dalle beatitudini evangeliche. Tutt’altro che motivi di distrazione dal cammino quaresimale, i due grandi eventi lo segnano efficacemente: due grandi kairos della grazia, per un ritorno penitenziale al Vangelo, nella sequela di povertà e diakonia del Divin Maestro. Eventi dono e appello dello Spirito alla Chiesa – e per essa al mondo intero – a uno stile di vita improntato all’essenzialità e alla convivialità evangelica».
Vi lascio il video dello storico incontro tra Benedetto e Francesco.