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Un Ingegnere delle Telecomunicazioni in UK

Creato il 14 novembre 2011 da Fugadeitalenti

Purtroppo sono uno dei molti giovani che hanno prima voluto, poi dovuto spostarsi all’estero – per un semplice motivo: il mercato del lavoro nella nostra beneamata patria è un disastro. Almeno, per un giovane neolaureato!

Non le manda  certo a dire Mario Neri, 28enne Ingegnere delle Telecomunicazioni al lavoro a Londra per il colosso Inmarsat. Una storia come tante, quella di Mario. O meglio, la storia di un giovane che ha capito presto dove andarsi a cercare le opportunità migliori di impiego.

Mario si iscrive alla Facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni all’Università di Pisa, quando ancora c’era l’illusione che il boom del settore avrebbe portato occupazione e lavoro di qualità anche in Italia. Presto si rende conto, però, che altro non è che una mera illusione: rifiuta un primo contratto di “fidanzamento” (in pratica, uno stage) con un’importante azienda al termine della laurea triennale, e decide di proseguire con la specialistica.

E’ grazie a questa scelta che trova l’occasione della vita: con l’approssimarsi della tesi, riesce ad ottenere uno stage presso il colosso delle telecomunicazioni Eutelsat, in Francia. Qui fa la prima, incredibile scoperta: il tirocinio in Francia viene retribuito più dei contratti che i suoi colleghi freschi di laurea firmano in Italia… 1000 euro al mese, spesso come consulenti. Una lampadina si accende nella testa di Mario.

Al termine dello stage, riesce così a strappare un contratto a Parigi, proprio con Eutelsat, con uno stipendio ben superiore rispetto alla media italiana. Senza contare la possibilità di lavorare in un ambiente pienamente internazionale, lontano anni luce dal piccolo microcosmo del Belpaese. Nel febbraio di quest’anno l’ultima -per ora- svolta, con il trasferimento in Gran Bretagna, e il passaggio a Inmarsat.

Mi manca l’Italia? Sì, per innumerevoli motivi. Ma quando mi confronto con i miei coetanei rimasti laggiù, che devono sempre vivere a casa con i genitori, perché un affitto prende il 70% della busta paga, e che devono sperare un giorno di entrare nelle grazie di qualcuno per ricevere una promozione o avere la possibilità di affermarsi… beh, penso che l’Italia sia fatta per venirci in vacanza, non certo per lavorarci“. Così si conclude l’amara denuncia di Mario.

Ospite della trasmissione è Antonio Migliardi, responsabile delle Risorse Umane di Telecom Italia, che commenta la storia di Mario e ci presenta un recente piano di formazione e inserimento di laureandi e laureati in azienda.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” parliamo invece di un progetto multimediale, che punta a insegnare agli italiani come fare le valigie e andare all’estero. Si chiama “Goodbye Mamma!”. Ne parliamo con il suo ideatore, Giulio Sovran.

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La discussione di questa settimana:Perché le offerte salariali delle aziende italiane ai nostri neolaureati sono mediamente più basse , se confrontate con altri Paesi europei? E’ solo un problema di elevate tasse e contributi, o cuneo fiscale? Oppure si tratta anche di un problema di cultura salariale? Non c’è però il concreto rischio che questa politica porti all’esodo dei migliori e più intraprendenti, impoverendo drammaticamente il nostro Paese?

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Alla prossima puntata: sabato 19 novembre, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!


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