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Un'intervista all'Inferno

Creato il 16 maggio 2011 da Mcnab75
Un'intervista all'Inferno
(Io Hell me lo immaginavo così)

Spero che questa lunga intervista a Germano, aka Elgraeco, aka Hell, riesca a divertirvi quanto ha divertito noi due in fase di realizzazione. Chissà mai poi che, tra una cosa e l'altro, non salti fuori qualche riflessione di un certo spessore. Voi che ne dite?

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  • Sei stato uno dei survivalisti più attivi, prolifici e preparati. Come mai tanta attenzione per il Survival Blog? Cosa ti ha catturato di questo progetto?

I lettori del mio blog lo sanno bene: mi piacciono le apocalissi cinematografiche.

Le zombie apocalypse, nella fattispecie, vengono subito dopo quelle nucleari, nella classifica personale di gradimento.

Il Survival Blog mi garantiva tutto questo. Uno scenario che, nonostante le novità, io conoscevo già, perché goduto per anni attraverso la visione di svariati film sull’argomento.

Ma il punto fondamentale è un altro. Proprio il 25 Novembre del 2010 (giorno precedente l’esordio del fenomeno S.B.) io pubblicai su B&N un articolo riguardante i morti viventi al cinema, decretando in esso la sconfitta degli zombie/infetti in luogo del ritorno in auge dei vampiri. Il 26 tu hai dato vita al Progetto. Coincidenze? Forse.

Di fatto rimangiando le mie stesse affermazioni, mi sono lanciato a capofitto nel tentativo, all’inizio scherzoso, di narrare una storia che immaginavo da tantissimo tempo. Quella di un tizio che sopravvive mentre il resto del mondo muore.

  • Il tuo alter-ego pandemico, Hell, è forse il più riuscito personaggio di tutti i SB scritti e pubblicati. Come nasce? Quanto c'è di autobiografico, e quanto di romanzato?

Grazie mille.

Hell deriva da un’esigenza precisa: evadere dai soliti cliché narrativi (del genere apocalittico) che propongono personaggi tipo.

Come essere umano, ritengo di non scadere in stereotipi di sorta. Per cui, ho scritto di me stesso.

Hell è solo un nickname (che mi hai dato tu, ndr), dietro c’è Germano, con tutte le contraddizioni, l’egoismo, l’aspetto vintage unito a quello modernista/cyberpunk e gli slanci romantici che mi contraddistinguono. Tutto in uno.

Voglio dire, conosco l’inglese e il latino, eppure, per uno strano gioco del caso, so anche maneggiare un fucile. Potrei citare Seneca mentre ti faccio saltare il cervello, per dirne una. Ammetterai che non è da tutti. E, a proposito, vediamo di sfatare un mito: NON possiedo armi da fuoco.

Quindi direi che il romanzato sta tutto nella pandemia e nel rapporto con Zooey (la protagonista), tutto il resto, alcuni personaggi secondari compresi, eccetto un unico aspetto (che non rivelerò), è roba mia, derivata dal mio vissuto.

  • La peculiarità dal tuo Survival Blog, e quindi anche di GfH, è l'ambientazione "extraterritoriale". Sveliamo il perché di questa scelta. E ancora: se fossi stato obbligato a sopravvivere in Italia, avresti raccontato una storia molto diversa da quella che hai appena pubblicato?

Non c'è alcun mistero o ragione particolare dietro la scelta dell'ambientazione "inglese". Avendo scritto per primo il primo capitolo "extra" di quello che, di lì a pochi giorni, sarebbe divenuto il Survival Blog, non si è trattato di reazione alle altre storie tutte collocate in Italia, ma di semplice esigenza narrativa:

sarebbe stato più probabile per Hell incontrare una star internazionale del cinema a Londra piuttosto che in Italia.

Questo può non essere condiviso da tutti, ma è la convinzione sulla quale mi sono basato per operare la mia scelta.

E poi l'Inghilterra m'era rimasta nel cuore dopo aver visto Survivors (1975). Anche se, a dire il vero, non ho mai pensato a quel telefilm durante la stesura di GfH.

Se fossi stato costretto a sopravvivere in Italia? Sì, decisamente la storia avrebbe avuto una piega diversa. Sarebbe stata meno lirica, meno fascinosa, avrei senz'altro rinunciato all'epica del viaggio verso una terra inospitale; la narrazione avrebbe perso quella sensazione di impossibile divenuto possibile (il rapporto con Zooey). In breve, sarebbe stata meno aulica e più terrena. Forse bella allo stesso modo, chissà, ma per tutt'altre ragioni. O magari brutta.


Un'intervista all'Inferno

  • Come nasce Girlfriend from Hell? So che c'è stato un lungo disquisire riguardo alla sua natura. È un spin-off? È una versione extended? È un romanzo?

Di certo è una storia concepita per intrattenere. E come tale dovrebbe essere considerata, né più né meno.

Non la ritengo perfetta, tantomeno il romanzo dell’anno. Ma da più parti mi è stato detto che piace e convince, il ché mi rende felice.

GfH nasce solo dall’intenzione di completare il racconto già presente sul blog, svelando alcuni retroscena.

Quindi, sì, potrebbe trattarsi di una versione extended.

  • Quali sono state le tue fonti d'ispirazione in fase di scrittura? Parlo sia di quelle letterarie/cinematografiche, che di quelle personali.

Be’, i capitoli iniziali contengono molti riferimenti a Romero, Matheson e Raimi.

Ma non so se si possa parlare di fonti d’ispirazione. Voglio dire, non ho fatto altro che riversare nel personaggio cartaceo Hell tutte quelle cose che mi appassionano, dal cinema, alla letteratura, alla musica, alle immagini weird che, nella versione sul blog, abbondano.

Il risultato (parziale) di queste passioni è GfH.

  • Se non sbaglio questa è la tua prima esperienza per quel che riguarda la pubblicazione di un eBook. Quali aspettative hai?

Non credo che cambierà la mia vita, questo no.

Lo considererei un buon risultato già su una soglia di 500 copie scaricate in un anno.

Spero solo che, a parte i lettori più affezionati, qualcun altro trovi il coraggio di farmi sapere cosa ne pensa.

Il riscontro è la cosa più importante, ora come ora.

  • La domanda è d'obbligo: quali sono i tuoi punti di riferimento in campo catastrofista/post-apocalittico? Parlo ovviamente di film, romanzi, fumetti etc etc.

La prima trilogia romeriana e soprattutto I am Legend di Richard Matheson. E forse in un cantuccio il ciclo di Mad Max. Non c’è bisogno d’altro.

Piccola curiosità, Dead Set, tanto per citarne uno più attuale, lo sto vedendo in questi giorni per la prima volta… a stesura ben più che ultimata, quindi.

  • Ma Zooey Deschanel, quella vera, lo scoprirà mai che esiste un cavaliere in barba, ossa e doppietta, pronto a salvarla da orde di infetti antropofagi? E soprattutto, come è nata l'idea di scegliere una celebrità come compagna nel viaggio alla fine del mondo?

È una cosa alla quale penso spesso, un divertimento. Ovvero, come reagirebbe Zooey D. nel caso in cui…

Magari potrebbe piacerle, chissà... Dopotutto si parla di un sentimento nobile innestato su avvenimenti estremi, quali la fine del mondo. Conosco alcune ragazze che avrebbero voluto essere al suo posto, narrativamente parlando. E non perché io sia un figo della madonna, ma perché il ruolo del personaggio Zooey è apparso realistico e appassionante.

L’idea di “coinvolgere” una celebrità è venuta istintivamente, mentre giocherellavo con la stesura del primo capitolo. Avendo un blog di cinema, mi è sembrato “normale” tirare in ballo un’attrice che non avevo fatto mistero di apprezzare. Tutto qua.

Ma si tratta sempre di un personaggio di carta il cui spessore e carattere sono frutto della mia immaginazione. Il cognome della mia Zooey non viene mai menzionato, né ci sono fotografie di sorta. Lei è reale tanto quanto Hell. Solo sulla carta, insomma.


Un'intervista all'Inferno

  • Un altro gradito VIP che ha gentilmente accettato di comparire tanto in GfH e SsPG è David Cameron, il primo ministro britannico. Ma ti riesci a spiegare per quale motivo il buon David si è prestato così bene a vestire i panni dell'Adlam Sutler di turno? Oltre alla logica motivazione geografica, s'intende...

Non saprei... direi che David è perfetto dal punto di vista "estetico". Cioè, meglio ancora di Blair, incarna IL Primo Ministro Britannico. Va da sé che come tutti i vip presenti nei nostri due eBook trattasi, in ogni caso, di personaggi inventati che hanno solo il nome (e spesso neppure completo) in comune con le loro controparti reali.

Meglio sarebbe dire personaggi ispirati a...

Entrambi abbiamo ipotizzato che Cameron riesca ad attuare determinate scelte per fronteggiare la Pandemia, ma non ci sono garanzie che quello vero reagisca a una simile eventualità nella stessa maniera.

In definitiva, per me almeno, è solo una questione d'immagine. Occorsa per fornire maggiore realismo all'impianto narrativo. Unita, credo, a una fiducia nella tenacia del popolo inglese quando si tratta di affrontare catastrofi, la storia insegna...

  • Per finire: la Pandemia Gialla e le atmosfere del Survival Blog avranno ancora un posticino sulla tua agenda, alla voce “cose da fare”, oppure consideri conclusa l'esperienza con GfH?

Questa è bella. Devo confessare che a distanza di mesi, non riesco a smettere di pensare a questo scenario. E ogni giorno, almeno una decina di minuti li trascorro ipotizzando futuri sviluppi.

Quindi no, non credo che il mio rapporto con il Survival Blog sia finito qui.

Non so se è un bene o un male, in fin dei conti.


Un'intervista all'Inferno

Girlfriend from Hell, di Germano M.
Ebook formato ePub
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