Un italiano al fianco dei filorussi – intervista ad andrea palmeri

Creato il 13 novembre 2014 da Conflittiestrategie

La guerra civile scoppiata in Ucraina, dopo il golpe di Majdan, ha attirato molti stranieri che si sono schierati, imbracciando le armi, da una parte e dall’altra del fronte. Tra questi ci sono anche degli italiani. Alcuni militanti di estrema destra, secondo i giornali nostrani, risultano arruolati nei battaglioni di Kiev, attirati dai gruppi nazionalisti che hanno contribuito ad abbattere il precedente regime e che ora sono entrati a pieno titolo tra le forze ufficiali dello Stato ucraino. Ma c’è un altro connazionale che, invece, si è arruolato coi filorussi. Si chiama Andrea Palmeri e, al contrario di tanti altri, non nasconde la sua vera identità. Incoscienza e coraggio si confondono sempre negli uomini che prendono grandi decisioni. Lo abbiamo intervistato per conoscere le motivazioni che lo hanno spinto a fare questa scelta. Gli abbiamo anche chiesto della reale situazione sul campo, all’indomani degli accordi di Minsk che hanno sancito una difficile tregua tra le parti belligeranti. Quelle che seguono sono le sue parole.

1)   Cosa ha spinto un italiano ad andare a combattere in Ucraina al fianco dei filorussi?

Ti premetto che ho forti legami con la Russia, sono stato sposato con una russa e ho un figlio che quindi per metà linea di sangue è russo, oltre al fatto che amo i russi come popolo e la Russia come paese, poi ammiro tantissimo Putin e la sua politica. Quindi avevo già una base sentimentale che mi legava a questa terra. In più, le immagini dei bombardamenti sui civili, un governo non legittimo che uccide il proprio popolo, beh è stata un’altra spinta, infine, sicuramente, la mia incoscienza ha fatto il resto, venendo qui ho violato la sorveglianza quindi andrò incontro ad un’altra condanna. Insomma, sto lontano da mio figlio e dai miei cari e questo è pesante. Ma ora sono qui e sono convinto che solo una nostra vittoria può impedire che la guerra si estenda come un virus a tutta l’Europa. Sono convinto che la Russia non vuole la guerra, non ne ha bisogno, ma che una volta circondata dalle basi Nato sarà costretta a rispondere e allora anche noi europei ne pagheremo le conseguenze. Qui si combatte per fermare l’imperialismo americano, quindi è anche una nostra battaglia, la battaglia degli uomini liberi.
2) Sei l’unico italiano che attualmente combatte nelle milizie della Nuovarussia oppure ce ne sono altri con te?

Non ho incontrato altri italiani ma mi è stato detto che ce ne sono altri, i quali, forse, facendo una scelta migliore hanno preferito restare nell’anonimato, ma non so se sia vero o meno, comunque voglio sperare di non essere il solo.

3) E’ la tua prima guerra?

E’ la mia prima guerra e ti premetto che la guerra non mi piace, non è bella e non sono un fanatico delle armi, anzi, ti dirò che la guerra è una schifezza assoluta. Chi pensa la guerra in certi salotti la lascia poi combattere ad altri. Purtroppo a volte è necessaria, se vuoi la pace fai la guerra dicevano i latini.

4) Dove ti sei addestrato?

Mi sono addestrato nel Donbass, e dove sennò! Poi l’addestramento si fa ogni giorno sul campo, il nostro è un esercito popolare formato per la maggior parte da militari non professionisti, anche se qui sono facilitati dall’aver fatto un ottimo servizio militare, cosa che da noi è stata abolita. Ma, d’altronde, siamo un paese privo di sovranità economica, politica e pure militare.

5) I giornali italiani ci hanno riferito di nostri connazionali che combattono per Kiev. Li conosci? E cosa pensi di loro che sono su un fronte opposto al tuo?

Non conosco personalmente nessuno che combatta sul fronte opposto e non sono nessuno per giudicare le scelte altrui. Chi combatte con il cuore puro per un idea avrà sempre il mio rispetto. Ma sono convinto che la nostra sia la parte giusta e il fronte opposto quella sbagliata. Anche se non tutto è cosi delineato, le belle persone, così come le canaglie, sono dappertutto. Ma non ho dubbi che la parte giusta sia la nostra, perché’ ci opponiamo all’imperialismo e perché’ difendiamo un popolo, non lo bombardiamo indiscriminatamente.

6) Qualcuno ha paragonato il conflitto in Ucraina alla guerra civile spagnola dove si fronteggiarono due ideologie e due diverse visioni del mondo che richiamarono uomini da molte nazioni. Sei d’accordo con questa interpretazione?

Guarda, anche qui ho sentito questo paragone da alcuni, quando vedevano che ero italiano mi salutavano dicendo “no pasaran”. Inoltre, da un punto di vista iconografico di là ci sono battaglioni che non nascondono l’uso di simboli nazionalsocialisti, mentre nelle nostre milizie abbondano simboli sovietici. I nostri stessi vestiti e le nostre stesse armi sono sovietiche!! Comunque, non sono d’accordo con questa interpretazione, innanzitutto perché’ non sempre un evento deve essere ricondotto a qualche cosa successa nel passato, molti sono eventi unici. Poi qui non si combattono due schieramenti politici, ma un popolo che lotta per la propria libertà e, forse, anche inconsciamente, lotta per la libertà di tutti noi fermando l’avanzata dell’imperialismo americano. Qui le ideologie ci sono perché’ fanno comodo che ci siano, servono da collante, qui la grande guerra patriottica ha fatto da collante a tutto il popolo russo e alle altre etnie che compongono la federazione russa, ci sono tante nazionalità: tatari, baschiri, ceceni, daghestani, ossetini e tanti altri… così come ci sono ragazzi volontari da ogni città della Russia, da Kaliningrad a Vladivostok. E non combattono per il comunismo ma per l’identità russa. No, il paragone è stato fatto ma è alquanto forzato e non rappresenta per niente la situazione. E, comunque, qui sono tante le anime, ma il vero collante è la difesa della popolazione russa e delle terre russe, non dimentichiamoci che queste sono terre russe.

7) Con gli accordi di Minsk è stata siglata una tregua tra Kiev e i separatisti. Il cessate il fuoco sta reggendo?
La tregua ha retto per un po’, di sicuro ora la situazione è cambiata, è ritornata la guerra.
8) Quando finirà questa guerra e quali sono i vostri obiettivi?

Io sono un semplice soldato, non so quando la guerra finirà. Posso darti la mia sensazione, cioè che sarà lunga. I nostri scopi sono difendere la popolazione dall’aggressione delle truppe di Kiev e, poi, sicuramente ci saranno elementi di grande politica e di grande economia che influiranno sui nostri obiettivi, ma, ti ripeto, io non sono nessuno per conoscerli.

9) Fino a quando resterai lì?
Fino a che lo riterrò opportuno, ma ritornerò in Italia, ho un figlio da crescere.
10) Siete stati sostenuti in qualche modo da Mosca?
La Russia non ha abbandonato il Donbass, arrivano continui aiuti umanitari e sono tantissimi i volontari che arrivano dalle terre di Russia. La Russia non è entrata militarmente con l’esercito, come magari qualcuno avrebbe voluto, così da avere una scusa per scatenare una III Guerra Mondiale, ma non ha abbandonato assolutamente il Donbass.

11) Cosa pensi di Putin? Ti piacerebbe un Presidente come lui anche per l’Italia?

Certo che vorrei un Putin in Italia invece dei nostri scadenti ed autoimpostici presidenti del consiglio. Putin è un faro nel panorama internazionale, un grande statista. Della sua politica internazionale condivido tutto, un po’ meno di quella interna ma non deve essere per niente facile amministrare un paese grande come la Federazione Russa, composto da così tante etnie. Purtroppo, in Italia non possiamo avere un Putin, la nostra sovranità l’abbiamo persa nel 1945 e non possiamo avere un uomo forte, certi poteri transnazionali non lo permetterebbero. Ci vorrebbe un Putin, ma la vedo dura.


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