LA MIA BIBLIOTECA
Oggi voglio inaugurare una nuova rubrica che riguarda una delle mie passioni più grandi: la lettura.
Certo, prima di avere figli, leggevo, anzi divoravo, un numero impressionante di libri…
Ora riesco a leggere quando, se sono fortunata, riesco a sedermi sull’autobus, oppure la sera prima di addormentarmi, con gli occhi tenuti aperti da uno stecchino!
Ma sta arrivando l’estate e una delle cose che facciamo sempre prima di partire per il mare, è quella di andare in libreria per acquistare i libri da leggere in vacanza.
Lo facevo da ragazzina, da single, da sposata e lo continuo a fare adesso con i miei figli.
E allora, in vista delle vacanze, ho deciso che proverò a recensire per voi, i libri che amo, che mi hanno appassionato, fatto ridere, commosso…
Non necessariamente best sellers o libri usciti da poco, ma quelli che leggendoli, mi hanno fatto dire: “Ecco, devo assolutamente consigliarlo a…”
Il primo libro di cui voglio parlare oggi è:
“La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita” di Philippe Delerm ed. Frassinelli
Il libro è diviso in 34 capitoli e ognuno di questi descrive tanti piccoli attimi di felicità in cui, chi più chi meno, può riconoscersi…
Piccoli gesti quotidiani, ricordi, attimi struggenti colti nella loro semplicità e immediatezza.
Sapori che ci accompagnano negli anni, tante piccole madeleinettes che, di tanto in tanto, riaffiorano nella nostra mente, richiamando alla memoria tanti piccoli momenti felici: mattinate in cucine silenziose a sgranare piselli, il rumore della dinamo contro la ruota durante passeggiata serale in bicicletta, la piacevole fatica di leggere stesi sulla spiaggia, un invito a sorpresa a casa di amici.
Vi cito alcuni brani così capirete meglio:
AIUTARE A SGRANARE I PISELLI
(…) È facile sgranare i piselli. Una pressione del pollice sulla costola del baccello e quello si apre, docile, offerto. Alcuni, meno maturi, sono più recalcitranti – un’incisione dell’unghia permette allora di lacerare il verde e di sentire l’umidore e la polpa densa, appena sotto la buccia falsamente scabrosa. Poi si fanno scivolar giù le palline con un solo dito. L’ultima è davvero minuscola. Talvolta vien voglia di mangiarla.
LA PRIMA SORSATA DI BIRRA
È l’unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un’abbondanza sprecata. L’ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere…
Ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza. Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con un’avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, né troppa né troppo poca che è l’avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro, uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all’infinito… produrrà più.
(…)Ci piacerebbe conservare il segreto dell’oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l’alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia. E’ un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata.