Lorenzo Mattotti
Robert Bresson diceva che “Un buon libro fa apparire quello che senza quel libro forse non sarebbe mai stato visto”. Questo grande regista ha espresso con una frase elegante un pensiero che da qualche giorno mi rimbomba nella mente. C’era da aspettarselo da un uomo che ha votato la sua esistenza all’arte (prima pittore e fotografo poi apprezzato registra di cui ammiro moltissimo Lancillotto e Ginevra del 1978).
Oggi mi soffermo su questo pensiero per proporvi un curioso parallelo tra il libro e la creatività, che trova espressione nella pittura, nella fotografia e nel cinema.
Sono molti i pittori che nel tempo hanno avuto come musa il libro: da Alberto Pisa, a Mike Worrall; da John White Alexander a Lorenzo Mattotti;
Joseph Rodefer DeCamp
da Sir John Lavery a Tamara de Lempicka. Ho fatto una veloce ricerca e ho raccolto sessantacinque famosi artisti che si sono ispirati a esso per produrre la loro opera. Una ricerca la mia di certo non esaustiva.
Nella pittura la raffigurazione del libro ha un valore preciso. Nel medioevo la sua presenza in alcuni dipinti aveva un contenuto fortemente simbolico e metaforico che rimandava ad una connotazione sociale, culturale del lettore. Facevano bella mostra manoscritti preziosi finemente decorarti e preziosi. Nella rivoluzione editoriale del Settecento, grazie alla massiccia presenza di biblioteche, il libro si trasforma in un bene accessibile a tutti. Nei dipinti di questo periodo appare come un volumetto scarno e senza ornamenti. In seguito alla diffusione del libro e alla riduzione del suo formato, si affievolisce anche la sua riproduzione iconografica, perdendo ogni valenza allegorica. Dall’Ottocento ad oggi il libro si carica nuovamente di una valenza metaforica, rintracciabile nella suggestione emotiva fissata sui volti dei soggetti ritratti.
Tamara de Lempicka
Anche iIl cinema ha un fortissimo legame con i libri. Qui si potrebbe fare un lungo discorso critico sull’argomento che, per molti aspetti, è affrontato di frequente nei diversi articoli del blog. Non pensate alle innumerevoli storie che hanno trovato spazio nelle pellicole; riflettete o meglio ricordate tutte le volte che il libro è stato, attore non protagonista nei vari films. Ad esempio in “Forrest Gump” regia di Robert Lee Zemeckis, 1994 compare “Curious George” di Margret Rey e Hans Augusto Rey. È il libro che Forrest tiene nella valigia quando si reca a casa di Jenny dove incontrerà suo figlio.
Forrest Gump
In “The Tourist” regia di Florian Henckel von Donnersmarck del 2010 compare “The Berlin Vendetta” di Charles Torbett. E’ il libro che Frank Tupelo (Johnny Depp), sta leggendo in treno all’arrivo di Angelina Jolie. In “Matrimoni e altri disastri” regia di Nina Di Majo 2010 compaiono Nanà di Emile Zolà, Stanze d’amore e altri dolori di Sergio Bauer, Pensieri di viaggio di Sergio Bauer, Lars Von Trier di Roberto Lasagna, Stupore e tremori di Amélie Nothomb; Si potrebbe continuare ancora.
Un ultimo ossequiò al libro lo possiamo ritrovare nella fotografia. In Flickr vi segnalo “La ladrona de libros” di Lorea Dasein; “Libro” di Marianna Di Ferdinando; Konstantin Yolshin. Sono, però, molte più numerose le immagini elaborate da artisti anonimi.
photoallegory of Sarolta Bán
Simpatica questa parentesi. Una volta tanto il nostro approccio al libro non è quello del lettore, dell’editore o dell’esordiente sfigato. È quello semplicemente dell’illuminato, del desiderato, del nostalgico, del sognato. È una storia trasmessa non attraverso la scrittura ma tramite un evocazione che è sintetizza una forte emozione.
Fonte:
Per visualizzare tutta la racconta d’arte vedere qui
Arte e libro
Book in movie
Lorea Dasein
Marianna Di Ferdinando
Konstantin Yolshin