Oggi è di nuovo lunedì, ma vorrei fosse un venerdì. Prima era un sabato qualunque, ora mi piacerebbe che i venerdì fossero un po' qualunque.
Perchè avrei ancora due giorni per fare le cose che vorrei e che non riesco mai a realizzare, per mancanza di tempo.
Perchè durante la settimana il tempo è sempre più clemente che durante il week-end e una bella passeggiata pomeridiana tra mille foglie colorate sarebbe un toccasana per lo spirito e anche per la mente.
Oggi è di nuovo lunedì, ma il lunedì in cui ricomincio a portare la schiscetta che ho mangiato troppo salame e devo depurarmi. E non ho più molta voglia di uscire a pranzo.
Tra le cose da fare nella mia personalissima lista ci sono due mail da mandare, un messaggio all'insegnante di danza per dirle che anche questa settimana non ci sarò a lezione, un'immagine-ispirazione da recuperare, una capatina in centro da fare...e la mia voglia di passeggiate da accontentare.
Purtroppo chi mi circonda non coglie questa mia necessità e mi ritrovo ad aspettare un momento che pare non arrivare mai.
Mi chiedo quanto sia giusto, e fino a che punto lo sia, mettere in stand-by i propri bisogni in nome di una condivisione di interessi che sembra ancora lontana.
Ho dato buca all'Innominato per una cosa che mi avrebbe davvero fatto piacere fare e ora mi chiedo se abbia fatto bene.
Se la persona con cui vorresti fare le cose ti da' buca, è giusto trovarsi dei piani b? Delle alternative?
Io non ci vedo nulla di male, con i pro e i contro della questione, dato che, come in tutte le cose, i contro sono sempre in agguato.
Mi rendo conto che ci sono momenti in cui le persone parlano ma rimangono sempre su due piani distinti. Come se io parlassi di A e l'altro di B. Mi incaponisco perchè mi chiedo come diavolo sia possibile non capire ciò che è così tanto semplice. Forse, parafransando qualcuno, abbiamo un po' perso l'abitudine delle cose semplici, senza doppi sensi, doppie intenzioni o doppi discorsi.
Ieri ho scritto una mail in cui finalmente mi sono liberata di un po' di pesi del periodo, in cui non ho avuto paura ad esprimere ciò che realmente penso di una situazione. Non mi importava di quelle che potevano essere le reazioni, non me ne fregava nulla del politically correct o della diplomazia, se c'è in ballo la tua vita allora devi anche mettere in conto di essere un po' egoista, prendere quello che è più giusto per te e avere il coraggio di dire di no e di far presente ciò che non ti sta più bene.
E in questo momento ci sono molte cose che non mi stanno più bene, a tutti i livelli. Devo semplicemente lasciare da parte tutte le mie remore e iniziare a dire ciò che penso e non a stare zitta nell'interesse e per il bene di tutti.
Che poi, di nuovo, alla fine sei solo tu che ci rimani male e che vivi male, mica gli altri.
Ma, visto che della vita degli altri non me ne dovrebbe fregare nulla, non in questi termini e non a discapito della mia, d'ora in avanti manderò un po' più affanculo quando ci sono cose che realmente non mi stanno bene e cercherò di passare oltre a quelle che non meritano il mio interesse.
So di aver scritto in modo un po' contorto. Il punto è che volevo scrivere, avevo bisogno di scrivere qualcosa stamattina, ma non avevo bene in mente cosa. Mi sono lasciata trasportare dai pensieri, una cosa che mi piace molto fare e che ultimamente ho un po' abbandonato.
Dovrei iniziare a recuperare.