“Spesso ripenso alla frase di un mio amico. A lui chiesi, in procinto di partire per la prima volta per l’estero, se dopo qualche anno sarei potuto rientrare in Italia. Lui rispose: “la domanda non è se potrai rientrare, ma se vorrai rientrare!”“.
Profezia autoavveratasi, quella che ha segnato la vita professionale e personale di Alessandro Tulli, 35enne Executive Director e Deputy CEO presso una delle società del gruppo Swisslife a Zurigo. Una laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma alle spalle, arricchita da un Erasmus a Regensburg (Germania), destinato ad aprirgli gli orizzonti, Alessandro lascia presto l’Italia. O meglio, subito dopo la laurea: destinazione Monaco di Baviera, per un incarico presso l’ufficio legale della Hypovereinsbank. “Esperienza molto gratificante, ben retribuita per l’allora giovane età“, ricorda ora Alessandro. Conclusa la quale, opta per fermarsi ancora in Baviera: si iscrive così a un master in Diritto dell’Economia Internazionale e dell’Impresa. Piccolo inciso: il costo del master era di 84 euro a semestre, per due semestri (!)
Completato il master, Alessandro si sente pronto per il rientro in Italia: ad aspettarlo l’assunzione presso una delle principali società mondiali di consulenza. Qui però, a differenza delle grandi attese, scopre un ambiente di lavoro interamente declinato “all’italiana”: stipendio irrisorio, carico di lavoro sproporzionato, spremuto come un limone, mai gratificato, zero visibilità… e altro ancora. Un’esperienza professionale successiva -sempre nel Belpaese- non si rivela granché migliore: ancora troppo scarse le prospettive future.
Alessandro decide così di fare armi e bagagli e trasferirsi in Svizzera: invia un curriculum alla Swisslife. Primo colloquio a Lugano, per facilitarlo nello spostamento dall’Italia (!), negoziazione delle condizioni di assunzione, assistenza per il trasloco a Zurigo. Nomina a dirigente a 31 anni, promozione dopo altri tre anni, possibilità di crescita professionale impensabili in Italia. La domanda resta sempre la stessa: perché tutto ciò avviene al di là -e non al di qua- delle Alpi?
Ospite della puntata è Guido Carella, presidente di Manageritalia, con il quale affrontiamo il tema -davvero drammatico- della scarsa valorizzazione dei giovani manager nella Penisola. Oltre alla cronica incapacità italiana di attrarre manager stranieri.
Nella rubrica “Expats” vi raccontiamo la storia di un nuovo network di professionisti italiani a Berlino, capitale che sta rapidamente sostituendo Barcellona, nel cuore dei giovani espatriati italiani. Il network si chiama BerlinItaly: ne parliamo con il co-fondatore Pasquale Marchese.
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La discussione di ottobre: “Siamo sempre più un’economia che perde lavoratori qualificati ed attrae dall’estero lavoratori con qualifiche basse, esattamente il contrario di quanto stanno facendo i nostri maggiori concorrenti” – denuncia il Cnel: secondo voi l’Italia ha già perso la “guerra dei talenti” del Terzo Millennio? Soprattutto, intravedete vie d’uscita per invertire questo trend?
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Alla prossima puntata: sabato 20 ottobre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!