“Crescere a contatto con culture diverse e imparare nuove lingue è stata la mia fortuna, che mi ha permesso di poter ambire a qualcosa di più, che un lavoro precario e sottopagato in Italia“.
Paolo Fusaro, 32enne manager italiano al lavoro per la multinazionale Carrefour a Parigi, è esplicito, quando racconta il segreto del suo successo. Che passa attraverso un processo personale di internazionalizzazione e formazione globale: un processo che gli ha consentito, soprattutto, di valorizzare al meglio la propria laurea in Economia Aziendale. Già nel corso degli anni universitari Paolo trascorre infatti ben tre anni all’estero: a Madrid col programma Erasmus, poi in Brasile e in Argentina.
Con un background del genere, l’unico posto che l’Italia riesce a proporgli, una volta divenuto “dottore”, è quello di cassiere in banca. Ovviamente sottopagato. Ma Paolo sa di valere di più, di poter ambire a qualcos’altro: parte quindi per la Spagna, dove accetta un impiego nel dipartimento marketing di Iberia. Questa esperienza però non lo gratifica: sempre alla ricerca di nuovi e migliori obiettivi professionali, Paolo prende il volo per Parigi, dove riesce a farsi accettare presso un Junior Mba all’Ecole de Commerce.
E’ la tappa decisiva, che gli spalanca le porte del mondo del lavoro transalpino: prima approda a una società di consulenza nel settore finanziario, poi il passaggio a Carrefour, dove si sviluppa la sua carriera successiva. Attualmente Paolo lavora come manager all’interno della direzione Commerciale/Marketing, occupandosi -in particolare- dei prodotti di marca propria.
“A Parigi si impara ad avere grandi ambizioni e ad osare. Negli ultimi anni ho spesso sentito la nostalgia dell’Italia, e ho pensato a un ritorno in patria. Ma dopo parecchi curricula inviati, le poche risposte ricevute sono state sempre le stesse: troppo qualificato“. Paolo sintetizza così la frustrante ricerca di lavoro nel Belpaese. Che non ha le sembianze di una domanda-offerta di prestazioni professionali, come dovrebbe essere nei Paesi normali. Ma appare piuttosto come una vera e propria “questua”.
Ospite della puntata è Silvestre Bertolini, coordinatore di Costituente Manageriale, la nuova organizzazione-cappello dei manager italiani. Con lui affrontiamo il tema della scarsa valorizzazione dei giovani manager in Italia. E, più in generale, della scarsa valorizzazione dei manager tout court.
Nella rubrica “Spazio Emigranti” vi facciamo ascoltare la settima puntata della nostra inchiesta sulle parole che fanno fuggire i giovani talenti dall’Italia. Oggi la parola al centro della puntata è “gerontocrazia”. Ne parliamo con Alessandro Rosina, professore di Demografia.