Eleonora e Fulvio non sono solo una bellissima coppia, ma sono anche due bellissime persone.
Fin dal nostro primo incontro, mi è sembrato fosse “scoccata” una scintilla, ho avuto la sensazione di capirli e di capire quello che avevano in mente.
Fin da subito abbiamo convenuto che il trattamento giusto sarebbe dovuto essere “shabby chic”, con una predominanza di bianco, tinte e fibre naturali, con un sapore un poco vintage ma non troppo. La definizione del concept, del tema da sviluppare, ha invece richiesto qualche riflessione in più.
I miei criceti hanno girato come pazzi per un paio di giorni intorno alla loro grande passione verso la cucina e intorno ai loro molteplici interessi. E apro una parentesi, dopo aver avuto il piacere di mangiare da loro posso affermare con certezza che la loro passione per la cucina va sicuramente oltre il semplice piacere di cucinare e di mangiare che molti di noi condividiamo: è un’attenzione all’ingrediente, alla presentazione del piatto, all’abbinamento, con la sensibilità di un grande chef e la convivialità del miglior amico.
Ciò che i miei criceti hanno partorito è stata l’idea che siamo poi riusciti ad alimentare e implementare nel corso dei mesi che sono seguiti: il cibo d’autore.
Il cibo inteso in senso più ampio, non mera fonte di sostentamento, ma cibo come cura dell’anima. Cibo per ingelosire, cibo per conquistare, cibo per rasserenare, cucina non solo luogo dove preparare e consumare, ma anche dove incontrare, divertire, sedurre, consolare. Con queste accezioni dei termini, cibo e cucina sono stati trattati e interpretati da moltissimi autori di romanzi e di film. E noi abbiamo voluto approfondire questa ricerca. Eleonora e Fulvio hanno offerto ai loro ospiti un menù d’autore, con piatti e ricette tratte o ispirate da cinema e letteratura. E’ stato un lavorone. Ma ne è valsa la pena.
Stefano Benni, Isabel Allende, Martin Scorzese, Nora Ephron, Andrea Camilleri, Laura Esquival sono solo alcuni fra gli autori che ci hanno offerto delle bellissime descrizioni, situazioni e suggestioni legate al cibo e alla cucina.
Vi racconto dieci chicche (e non sono tutte ;-)!!) di questo matrimonio. Se volete vederne altre andate a vedere una gallery piu' completa qui.
Chicca numero uno. Il menù-ricettario. Per ogni ospite abbiamo preparato un menù-ricettario che riportava, per ogni piatto che sarebbe stato servito a tavola, anche il brano del romanzo, o la descrizione della scena del film dove lo specifico piatto veniva servito o preparato. E per ogni piatto, con la preziosa collaborazione del catering che abbiamo poi selezionato, era anche fornita l’esatta ricetta, per poterlo poi cucinare a casa e servire alle persone che più amiamo. Il menù è stato stampato con un’elegante soluzione cartotecnica con copertina rigida in stoffa, chiusura con nastro in raso e logo su carta applicato al centro. Reso così prezioso per essere conservato dall’ospite, fra i suoi libri e i suoi ricettari. Nel contesto della giornata, ha svolto anche il ruolo di escort card (su ognuno, un piccolo tag mollettato con nome dell’ospite e posto a lui assegnato)
photo by Ivana Porta
Chicca numero due. La partecipazione. Anche la partecipazione di Eleonora e Fulvio è stata studiata in modo coordinato e sul tema e conteneva brani o battute prese in prestito a noti autori per raccontare della loro visione del cibo e dei loro concetti di ospitalità e condivisione. Prima e ultima pagina foderate esternamente in stoffa, rilegatura singer, carta traslucida in accostamento a marcata color avorio.Photo by That Day
Chicca numero tre. Il video. La loro storia e il loro modo di vivere cibo e cucina sono diventati un video di quattro minuti, girato un paio di mesi prima del matrimonio e proiettato al termine del pranzo (anticipato da un breve teaser di 30 secondi pubblicato sul loro sito web). Girare questo video con gli sposi e con il team di produzione è stato divertentissimo. E personalmente trovo il risultato strepitoso: creativo, denso di emozione e di dettagli. Nella prima parte del video la loro storia, nella seconda la colazione di una domenica mattina e la preparazione di una confettura di fragole e cioccolato.
Chicca numero quattro. La performance teatrale. La proiezione del video è stata inserita in un più ampio contesto di performance teatrale, con l’intervento di sette artisti e uno studio ad hoc della sceneggiatura. Uno chef eccentrico che confonde arte e cucina, persone e ingredienti, insieme alla “Signora” e al suo Silvano hanno accolto e interagito con gli ospiti trasportandoli nel loro mondo di sogni e di follie.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero cinque. La confettura. La confettura che Fulvio ed Eleonora preparano nel video è stata realmente da loro preparata per i loro ospiti. A ognuno di loro infatti, è stato dato in dono al termine della festa un barattolo in vetro contenente la confettura confezionato, neanche a dirlo, con stoffa coordinata alle partecipazioni e ai menù, ed etichetta vintage calligrafata.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero sei. Il catering. Il catering ha superato se’ stesso nelle presentazioni con arbarelle in vetro e alzatine in ceramica, e nelle decorazioni e presentazioni dei piatti a tavola (di cui dava descrizione nel menù/ricettario). A enfatizzare cucina e preparazione, ha proposto un’isola della mozzarella con casaro che lavorava a vista davanti all’ospite, e le isole del sushi e dei fritti anch’esse con preparazione a vista. E a conclusione una golosa fontana di cioccolato. E per i “tiratardi”, un simpatico happy hour serale con hot dog e hamburgers.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero sette. Il tavolo. Dopo il buffet di benvenuto, il pranzo placee è stato servito ai 140 ospiti su di un unico tavolo rettangolare ospitato nella lunghissima (40 metri) sala del tinaggio della struttura che abbiamo selezionato. L’allestimento è stato curato in modo particolare, con un runner confezionato appositamente in lino color corda (lo stesso utilizzato per confezionare le marmellate), una composizione floreale di gipsofila e lisiantus sviluppata su tutta la lunghezza del tavolo, e una singolare e suggestiva decorazione in sospensione. Su ogni piatto poi, una mela verde spillata con il numero assegnato al posto.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero otto. La location. Il luogo che abbiamo scelto per il ricevimento ha un fascino del tutto particolare. Non ha l’austerità e rigidità di un castello, ma ne ha invece l’ampiezza e l’articolazione degli spazi che lo rendono vario e versatile. La sua bellezza a tratti trascurata affascina come quella di una bella donna senza trucco. Le sue serre sono qualcosa di unico.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero nove. La celebrazione. Eleonora e Fulvio hanno celebrato il loro matrimonio nella suggestiva cornice di Palazzo Graneri della Roccia, in pieno centro a Torino. Il magnifico palazzo del XVI secolo dal 1860 è sede del Circolo degli Artisti, e ha ospitato le esecuzioni e rappresentazioni dei più famosi musicisti e artisti italiani di quei secoli. Bellissimo il pianoforte a coda disponibile presso la struttura che per l’occasione è stato suonato dalle abili mani di Sergio De Gennaro accompagnato al violino nell’esecuzione di un repertorio ad hoc preparato appositamente per la cerimonia di Eleonora e Fulvio.
Photo by Ivana Porta
Chicca numero dieci. Il guest book. Non un libro ne’ la classica raccolta dei biglietti. Ma il disegno di un albero stampato su tela in grande formato dove gli ospiti hanno potuto imprimere la loro foglia-impronta. Il quadro è rimasto agli sposi in ricordo di quel giorno e della partecipazione di tutti i loro amici e famigliari.
Photo by Ivana Porta e That Day
Ed ecco un breve montaggio che racconta la poesia e l’atmosfera di quel giorno.
Cari sposi, sono certa che la vostra ricetta sia quella giusta!
E grazie a tutti i collaboratori e fornitori che hanno contribuito a questo risultato!
M.
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