Dopo che l'attore entra in scena per la prima volta sullo schermo, McFarlane sembra dimenticarsene per dare spazio invece a momenti di musical, scazzottate troppo lunghe (seppure divertenti, in un primo momento) e altro ancora, recuperandolo solo per il duello finale, in cui dovrà scontrarsi con il protagonista. Liam Neeson, potenziale icona in grado di reggere da solo tutto il film sulle sue spalle e di nascondere ogni errore dietro la sua presenza, è limitato ad un paio di cammei che complessivamente non superano il quarto d'ora. Sorvoliamo sulla totale casualità del titolo: sì e no i milioni di morti saranno limitati a tre casi scarsi e inseriti del tutto a caso nel film, come se l'autore preferisca farci una lista di questo milione di modi per morire nel west mostrandocene giusto un paio per farci contenti. Muoiono quattro o cinque personaggi di cui nemmeno sappiamo il nome e che decedono in maniera totalmente imprevista e casuale, non funzionale alla narrazione del film. Qualche volta si sorride, questo è vero, ma sono solo sporadici momenti in un film che dura decisamente troppo a lungo per poter essere considerato una buona pellicola comica dai risvolti grotteschi. Se vi piace questo tipo di film vi consiglio Mezzogiorno e mezzo di fuoco, che oltre a ironizzare sugli stereotipi dell'epoca del far west scherza anche sul cinema hollywoodiano del suo tempo e, soprattutto, non spreca una figura iconica come il doc Brown di Christopher Lloyd per mostrarlo in una sola scena, anch'essa estemporanea, per fargli dire un forzatissimo Grande Giove: probabilmente in quel momento Lloyd stava assistendo alle riprese giornaliere e non ha resistito ad esternare tutto il suo disappunto.
Dopo che l'attore entra in scena per la prima volta sullo schermo, McFarlane sembra dimenticarsene per dare spazio invece a momenti di musical, scazzottate troppo lunghe (seppure divertenti, in un primo momento) e altro ancora, recuperandolo solo per il duello finale, in cui dovrà scontrarsi con il protagonista. Liam Neeson, potenziale icona in grado di reggere da solo tutto il film sulle sue spalle e di nascondere ogni errore dietro la sua presenza, è limitato ad un paio di cammei che complessivamente non superano il quarto d'ora. Sorvoliamo sulla totale casualità del titolo: sì e no i milioni di morti saranno limitati a tre casi scarsi e inseriti del tutto a caso nel film, come se l'autore preferisca farci una lista di questo milione di modi per morire nel west mostrandocene giusto un paio per farci contenti. Muoiono quattro o cinque personaggi di cui nemmeno sappiamo il nome e che decedono in maniera totalmente imprevista e casuale, non funzionale alla narrazione del film. Qualche volta si sorride, questo è vero, ma sono solo sporadici momenti in un film che dura decisamente troppo a lungo per poter essere considerato una buona pellicola comica dai risvolti grotteschi. Se vi piace questo tipo di film vi consiglio Mezzogiorno e mezzo di fuoco, che oltre a ironizzare sugli stereotipi dell'epoca del far west scherza anche sul cinema hollywoodiano del suo tempo e, soprattutto, non spreca una figura iconica come il doc Brown di Christopher Lloyd per mostrarlo in una sola scena, anch'essa estemporanea, per fargli dire un forzatissimo Grande Giove: probabilmente in quel momento Lloyd stava assistendo alle riprese giornaliere e non ha resistito ad esternare tutto il suo disappunto.
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