La terra veneta e l'Italia perdono un grande figlio, un interprete sensibile dell'esperienza di vita e dei sentimenti del suo popolo, una personalità civilmente impegnata nella difesa del patrimonio culturale e dei valori nazionali della nostra ItaliaE sbaglia: il poeta, per essere poeta, non è mai interprete sensibile dei sentimenti del suo popolo, giacché se il poeta traesse ispirazione dai sentimenti del popolo sarebbe sufficiente comporre un'ode al rutto, all'urlo, allo slogan, alla frase fatta, e al posto dei politicanti, dei farneticanti e dei cantanti, tutte le sere il primetime sarebbe dedicato alla poesia.Cosa accade nella mente del poeta quando compone. Rimando a Pale Fire di Vladimir Nabokov, straordinario libro, vertiginoso.Ancora una volta si conferma una cosa che avevo già notato: i poeti, quando muoiono, non lasciano figli poeti, si disperdono come soffioni e inseminano la mente del mondo. Ora, può anche darsi che i figli di Zanzotto qualche verso l'abbiano anche scritto. Ma non possono certo prenderne il potere evocativo, illuminante. Non sono mica aziende le poesie, mica farmacie, studi notarili, eccetera.La poesia non è teleologicamente orientata. Zac! bella scoperta...
Tra le stelle non mi smarriròche sulla spalla mi apporta e sul futurosfrangiarsene dell'invernola tua non scarsa non avara oblazione a sera.¹Ma adesso a tavola, alla salute di Andrea Zanzotto, alla sua presenza/assenza, al fatto che siamo stati, per un certo tratto di vita, suoi contemporanei.La salvezza è vicina, terrena, terrena. Buon appetito.(Porca miseria: non mi riesce trovare una plaquette di Zanzotto² che fu pubblicata poco tempo dopo l'uscita del suo Meridiano e non posso quindi riscrivere qui una sua splendida poesia, l'unica sua che sono riuscito a mandare a mente, talmente bella, ma allora se sono riuscito a mandarla a mente, la dico a voce, provo, ho la raucedine, ma provo lo stesso, dài (vedrò che posso fare, non ho mai caricato niente su youtube).
¹Galateo in bosco, "Indizi di guerre civili2"²Sull'Altopiano e prose varie, introduzione di Cesare Segre, Neri Pozza, Vicenza1995