Un mondo dove la politica ponga l’etica come obiettivo.
Creato il 29 aprile 2014 da Freeskipper
di Maria Pia Caporuscio. Questo periodo verrà ricordato nella storia dell’umanità come l’era dei predatori dove questo pianeta dominato dal capitalismo finanziario è a rischio esplosione. L’aumento delle disuguaglianze dovuto alla concentrazione della ricchezza in poche mani, che impoverisce miliardi di esseri umani è arrivato ad un punto di rottura e non può più essere tollerato. A questo punto si impone un ribaltamento, in mancanza del quale persino l’esistenza stessa di questo pianeta avrà risvolti imprevedibili. E’ vitale dunque per la vita degli esseri umani un cambiamento radicale di questo sfrenato sistema di capitalismo finanziario globalizzato, dando vita ad un nuovo modello basato sulla giustizia sociale, non più sul profitto per mezzo di bassi salari, ma su una equa ripartizione delle risorse. Necessita abbattere il pensiero unico, che decreta la non esistenza di alternativa alle esigenze del rendimento finanziario, in quanto dimostra essere uno strumento del rapporto di forza adottato, allo scopo di sottomettere governi e popolazioni in un sistema, che si può con ragione definire post-democrazia, il cui effetto è che la società è stata portata sulla soglia della disgregazione e le popolazioni spinte alla disperazione. Con questo sistema le risorse naturali non sono più “beni comuni” ma una sorta di proprietà privata. Le risorse fondamentali per la sopravvivenza come cibo e acqua, sono diventate merce rara, la salute un lusso e il diritto al lavoro una utopia. Tutte le conquiste puramente sociali, acquisite in anni di lotte, vengono cancellate per piegare la classe lavoratrice e riportarla indietro di secoli. A beneficiare di questa macelleria sociale sono naturalmente le multinazionali, i mercati, le banche mondiali. E mentre nel XIX secolo le lotte di classe e le politiche sociali avevano assicurato alla classe operaia un livello di vita che presupponeva una certa limitazione delle disuguaglianze, attualmente e in nome della “competitività” è avvenuto l’esatto contrario, cancellando ogni e qualsiasi diritto, comprimendo i redditi da lavoro, e rendere precaria l’intera classe lavoratrice, raschiando purtroppo il fondo del potere d’acquisto dei lavoratori, contando verosimilmente, sulla loro possibilità di indebitarsi minandone le condizioni vitali. Quindi il trionfo di queste “politiche” hanno generato un peggioramento delle disparità fra esseri umani e spaccato in due il pianeta, dove un invisibile muro separa ricchi e poveri, con un drenaggio unilaterale delle ricchezze di questo mondo. La stupidità di chi difende questo sistema (Politologi, economisti, organi d’informazione) negando alternative, contribuisce a creare un mondo feroce dove la giustizia sociale muore. Necessita una seria riflessione e una condanna dello Stato-predatore per un ritorno allo Stato-sociale. E’ necessaria la riattivazione di una coscienza collettiva perché è nello Stato che si poggiano i cittadini (spettatori impotenti di questa degradazione economica, morale e sociale). Questa crisi democratica risiede nel fatto che gli Stati non hanno più la volontà di difendere le popolazioni, non posseggono più alcuna predisposizione nella ricerca di forme e contenuti nell’interesse dei cittadini. Ma saranno obbligati ad una inversione di rotta perché dinanzi al reale pericolo che questa dittatura dei mercati finanziari ha posto in essere, dal continuo saccheggio del loro futuro, da condizioni di vita sempre più precarie, dal disprezzo per gli stessi lavoratori, potrebbe generare una insurrezione. Necessita che i governanti rinsaviscano e tornino ad occuparsi della gente, non del potere finanziario. E’ fondamentale ridurre le disuguaglianze, serve una politica democratica non più oligarchica e tecnocratica e un ritorno alla partecipazione dei popoli nelle scelte che li riguarda. Gli uomini hanno diritto ad un mondo diverso da quello deciso dai banchieri, dai tecnocrati e dai rentier della politica. Un mondo dove la politica ponga l’etica come obiettivo!
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