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Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)

Creato il 28 settembre 2012 da Lundici @lundici_it

«Avete il dovere di consegnare ai vostri figli un mondo migliore.»

Questa è la frase che, dopo la lettura di quel singolare messaggio, prese a ricorrermi alla mente in maniera quasi ossessiva. La forza di quello scritto, di quel tonante grido di dolore, era inequivocabile e ci investiva di un ruolo di grande responsabilità. Il minimo che si potesse fare, era dare massima eco a quelle parole, a quella storia.

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Ma io avevo in mente anche altro.

Innanzitutto risalire a quei “fatti precedenti” che l’autore del messaggio aveva descritto come “strettamente legati” alle vicende lì narrate.

Un altro punto era sicuramente individuare i figuri che, impunemente, reiteravano violazioni e soprusi.

Intanto dovevo combattere la tentazione di aprire quella bottiglia e divorare tutto il resto di quella storia che, non solo mi aveva avvinto sin dalla prima frase, ma mi aveva anche fatto il dono di un’opportunità, soprattutto in ragione del particolare momento storico. L’opportunità di agire, di compiere un’azione concreta per risollevare le sorti di quei lavoratori, e lottare contro i loro aguzzini.

Senza rendermene conto, avevo già dato piglio a quel dovere, impegnandomi a riflettere per trovare una soluzione.

Il tempo che avrei dovuto impiegare a risalire a quei fatti e a farli miei, sarebbe stato sufficiente a distogliermi dalla tentazione e ciò, di conseguenza, mi avrebbe permesso di rispettare il programma che, quel giovedì 31 maggio, avevamo “stilato” per la lettura di tutti i messaggi in bottiglia.

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Inoltre erano notizie che, sebbene pregne di importanza e impellenza, andavano apprese verificandone la fondatezza.

Quest’ultima operazione, in generale, è estremamente delicata e va eseguita con la massima ponderazione.

Sorretto dal mio principio guida, m’incamminai senza timore. Il faro che ha sempre illuminato la mia strada è l’approccio scientifico, il dato certo, la prova.

Carico di questi propositi, diedi inizio alle mie ricerche.

La settimana trascorse però senza grandi risultati ed io mi ritrovai, il giovedì successivo, nella trepidante attesa di leggere il nuovo messaggio.

Giunsi nei pressi della Cassa armonica con circa mezz’ora di anticipo, forse nella speranza inconscia di risentire l’eco che, il giovedì precedente, mi aveva accarezzato le orecchie e trasportato, d’un tratto, in luoghi sereni e dolci.

Mi sedetti su una panchina e mi predisposi all’ascolto ma, ovviamente, quel suono non si ripresentò. In fondo già sapevo che sarebbe andata così, questi fenomeni vengono a farti visita all’improvviso e, soprattutto, quando meno te li aspetti.

A quel punto, aprii la mia ventiquattrore per prendere l’ultimo libro che stavo leggendo, I have a dream. I discorsi che hanno cambiato la storia, ma il mio sguardo venne attirato dal tetto della Cassa armonica, mi sembrava di notare una differenza, in merito alla quale avrei chiesto agli amici che stavano per raggiungermi. Purtroppo me ne dimenticai, preso dalla foga di procedere nella lettura di quella storia.

Quando, finalmente, tutto il gruppo fu al completo, ripetei le consuete azioni di apertura e di estrazione e cominciai la lettura del messaggio n. 4b.

 

 La prima lettera

Marcello si trasferì, quindi, nel suo ufficio. Vi rimase esattamente trentatré minuti, durante i quali restarono tutti col fiato sospeso. I dipendenti presenti in ufficio, nella sede di Nola, i dipendenti dei negozi e, infine, colei che aveva avviato quest’ultima lotta a suon di inchiostro.

Lo scritto fu approvato da tutti ma, a causa dell’esiguità del tempo materiale e di problemi informatici, fu firmato solo dai presenti.

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Riporto fedelmente la lettera e le notizie relative, così come sono state catalogate in un dossier, di cui una copia è custodita presso uno studio legale ed un’altra in una cassetta di sicurezza di una banca.

La prima lettera (lettera-appello) viene spedita tramite e-mail e fax  in data 15 giugno 2010 e tramite racc.ta a/r in data 17 giugno 2010.

 

Oggetto: “Conservazione del posto di lavoro”.

 

I pochissimi lavoratori della sede amministrativa di Nola della Dime Falegna S.p.a. in A.S. con questa missiva lanciano l’ultimo appello al fine di conservare il loro minato posto di lavoro, ancorché per almeno due anni, così come recita l’art. 47 della L. 428/1990 nel quale è cristallizzato il caso di cessione di aziende.

L’approssimarsi della conclusione della procedura concorsuale si presenta con una notizia che qualche mese fa ci era possibile solo presagire e che in quest’ultimo frangente sembra prendere concretezza, stante l’ultima serrata serie di comunicazioni intercorse tra i dipendenti, da una parte, e i rappresentanti sindacali e i referenti dell’amministrazione straordinaria, dall’altra.

La notizia ufficiosa sarebbe la seguente: nella cessione della società in parola sarebbero inclusi i soli dipendenti dei punti vendita, mentre tutti gli altri sarebbero esclusi.

Pertanto, prima che la notizia diventi ufficiale, i lavoratori esclusi chiedono alle parti in questione (rappresentanti sindacali, venditore e acquirente) di valutare la loro assunzione, per la quale esprimono, con tutta l’energia che è loro rimasta, di avere una grande volontà di lavorare, oltre che un mero ed impellente bisogno, e che, qualora non vi fosse nemmeno una remota possibilità di rimanere nella terra che ha dato loro i natali, la Campania, sarebbero disposti a sobbarcarsi anche il sacrificio che comporterebbe un trasferimento dalla propria regione.

 

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Nola, lì 14 giugno 2010

I dipendenti della Dime Falegna S.p.a. in A.S.

 

Tale messaggio fu inviato al dottor Notturni e p.c. alle organizzazioni sindacali, per l’esattezza alla signora Miriam Deserti per la Filcams-Cgil (sede di Roma) e al signor Geremia Stracciollo per la Uiltucs (sede di Napoli), alla società acquirente Phambion S.p.a. e, infine, al Ministro per lo Sviluppo Economico presso il relativo Ministero sito in via Molise n. 2 a Roma.

Nell’attesa di una risposta, cominciammo ad organizzarci. Arrivammo alla conclusione che sarebbe stato più proficuo inviare lettere a raffica, da più mittenti. Quindi gli altri dipendenti esclusi, a loro volta, inviarono i loro appelli.

Lo scopo di tutti noi era soprattutto di indurli a un ripensamento, per la salvezza di tutti i posti di lavoro.

Attraversati da questo spirito  pensammo di rendere pubblica questa triste storia e, per farlo, decidemmo di inviare lettere a molti personaggi. Oltre alle amministrazioni che, fino ad allora, erano state referenti dell’azienda, dei suoi dipendenti, furono contattate associazioni, giornalisti, enti, scrittori… e alcune tra le più alte cariche dello Stato, a partire dai ministri che più di altri rappresentavano, in quel triste momento, i loro più idonei interlocutori.

Chi rispose e, tra questi, quale risposta partorì, è riportato nelle pagine a seguire.

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Un’altra attività, che quei dipendenti praticarono assiduamente, fu un fitto scambio di messaggi. Essendo infatti sparpagliati per mezza Italia, a causa dell’ubicazione dei negozi in molte località, decisero di tenersi in contatto tramite e-mail. Avrebbero potuto usare il telefono ma tale mezzo di comunicazione non gli avrebbe consentito di avere una memoria tangibile, in poche parole verba volant, scripta manent.

Quegli impavidi dipendenti diedero vita, in quei momenti di forte tensione emotiva, ad una serie di epistolari che, oltre a produrre una vasta documentazione atta a sostenere la loro più che legittima causa, svelò altri retroscena di quell’ambigua combriccola, che ancora nessuno era riuscito a fermare.

Un punto fondante, infatti, è proprio questo testé accennato. Se almeno uno degli attori, tra il commissario Notturni, il delegato Ossiero, la sindacalista Deserti e il consulente Foglia, avesse sentito, sulla pelle e nello stomaco, il dovere di tutelare quei lavoratori, si sarebbe scritta un’altra storia.

Un mondo migliore (Messaggio in bottiglia 6^ puntata)
Tra la prima e la seconda missiva trascorse soltanto una settimana. In quel brevissimo lasso di tempo venimmo in possesso di un’altra lettera, il cui contenuto ci lasciò letteralmente sconcertati. Si trattava di una lettera molto importante, destinata, oltre al dottor Notturni, al ministro della Funzione pubblica, l’onorevole Brunetta e al ministro dello Sviluppo economico (a quell’epoca ministro ad interim era il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a causa delle dimissioni del ministro Claudio Scajola).

Al termine della lettura eravamo tutti un po’ frastornati ma anche molto nervosi, era evidente che avremmo voluto trovare uno sfogo alla nostra rabbia, che sentivamo crescere  ad ogni nuova parola su quelle vicende cariche di vita.

Ci salutammo abbracciandoci… alla prossima.

 


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