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Un narciso napoletano: il “Fareniello”. Ma da dove deriva il termine?

Creato il 06 novembre 2014 da Vesuviolive

Fareniello

Si denomina Fareniello una persona che eccede in alcuni comportamenti: nel fare moine, nell’essere un bellimbusto senza ritegno, un tombeur de femmes e si sforza di sembrare una persona simpatica e spiritosa, ma risultando in fine odiosa ed irritante. Il termine viene usato, nel dialetto napoletano, per designare una persona che vuole dare un’immagine di se che non corrisponde a quella reale.

Ma da dove trae origine questa parola? Durante le rappresentazioni teatrali c’era il personaggio che interpretava l’amatore, che doveva avere necessariamente un aspetto giovanile, per esigenze di copione. Il comportamento da “Don Giovanni”, lo rendevano un amatore instancabile ed un collezionista di cuori femminili. L’attore poteva interpretare il personaggio finché era giovane e prestante, ma quando queste virtù iniziavano a mancare col passare degli anni, egli doveva nascondere ad ogni costo i segni dell’età. Così per lenire i danni del tempo era costretto a ricorrere più che alla costosa cipria, alla più economica e facilmente reperibile farina. Cosi “infarinato” l’attore poteva mascherare l’eta’ e continuare ad interpretare l’amatore.

Come detto in precedenza il termine Fareniello o Farinello, oggi è passato ad indicare una persona che vuole apparire ciò che non è. E’ colui che quando cammina crede di incedere tra la folla delirante, avanza a testa dritta ma con la coda dell’occhio controlla se qualcuno lo sta guardando, il fareniello vuole essere il centro e ha bisogno che gli altri gli facciano da corte. Se questi non gli danno importanza, egli si affloscia, si sgretola. All’inizio la prende con filosofia, credendo che si tratti di invidia. Ma subito dopo, i nervi saltano e poiché è innamorato solo di sé stesso, la sua personalità si frantuma ed è qui che vengono fuori tutte le maschere della sua superbia.

Il Fareniello fa, invece di essere.


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