La Tunisia è sempre stata una meta molto amata dagli Italiani, perché offre l’esotico a buon mercato e si trova… dietro l’angolo. Le località più richieste da sempre sono: Hammamet, Djerba e Sousse. Tutte molto conosciute per le loro grandi spiagge bianche e la gran quantità d’alberghi decisamente confortevoli.
Solo un paio d’operatori turistici italiani proponevano, negli anni ’70, delle isole, oggi poco conosciute, ma in quell’epoca molto apprezzate, sopratutto da chi amava la pesca sub.
Sto parlando dell’arcipelago delle “Kerkennah”.
Di queste isole, solo una era abitata e si raggiungeva… ”facilmente”. Infatti, con l’aereo, si atterrava all’aeroporto di Tunisi. Poi, trasferimento di sei ore in pullman a Sfax dove, inevitabilmente, si doveva pernottare in alberghi di…sfortuna. Il giorno dopo, si raggiungeva l’isola dell’arcipelago con una specie di peschereccio. All’arrivo c’era “l’immediata” coincidenza con un autocarro che “catapultava” tutti i turisti in uno dei due hotel-villaggio.
In molti, all’arrivo, erano davvero stravolti, non tanto per il viaggio, decisamente disagevole, ma perché terrorizzati dal fatto che, inevitabilmente, le stesse sevizie le avrebbero dovute subire almeno un’altra volta. Altri, più forti, trovavano il “raid” molto pittoresco, perché del tutto conforme a quanto scritto negli stampati degli operatori turistici, dove questa vacanza è sempre stata definita “spartana” presumendo che tutti i potenziali vacanzieri fossero al corrente della storia dell’antica Grecia.
Comunque, chi tornava da Kerkennah, fatta eccezione per gli onnipresenti spaghettari, difficilmente protestava, perché quest’isola veniva scelta da chi amava la vacanza libera e senza tanti fronzoli.
Un giorno, Kerkennah, è stata completamente cancellata dalla “geografia turistica” degli operatori nostrani. Perché? Per…”UN NEGRO NEL LETTO!”
Questa storia, in verità, non è mai stata molto convincente. Un quotidiano (edizione della sera) di Milano la raccontava così.
Due illibate giovinette provenienti dalla Lombardia, sono approdate, per una vacanza di una settimana, in quest’isola tunisina. Hanno trascorso alcuni giorni piacevolmente abbandonate al gradevole relax di un sole generoso quanto la sottile sabbia ed il mare blu.
Poi, un giorno…il cronista non specificava se trattavasi di notte, una delle due illibate rientra nel suo bungalow, s’infila “nature” nel letto e…sorpresa! Al suo fianco “trova” un negro anche lui completamente “biotto” Scandalo!
Proteste ed un titolo, a nove colonne, sul giornale su indicato, che era proprio questo: “UN NEGRO NEL LETTO!!!”
Ma la storia non ha mai chiarito nessuno dei seguenti interrogativi.
-L’illibata veramente non voleva quel negro?
-Perché l’indigeno, anche a detta della giovinetta, era cosi spaventato?
-Considerando che il negro si era introdotto in quel bungalow senza forzare niente, aveva sbagliato locale o chiave?
-Perché l’illibata non ha manifestato perplessità quando entrando nel bungalow ha trovato la porta aperta? Forse attendeva qualcun altro?
-E’ possible che l’indigeno fosse soltanto molto stanco?
-Perché c’è stato un reciproco sbigottimento oltre che “sbiottamento”, ma nessun tentativo di violenza?
-E l’altra illibata? Forse due erano troppe per un fustaccione locale?
Grande clamore ma mai un chiarimento.
Purtroppo questa storia ha un risvolto negativo perché, da quel momento, Kerkennah è stata -di fatto- cancellata dalle programmazioni di tutti gli operatori turistici italiani.
Proteste? Molte. Perché c’è tanta gente, illibata o no, che parte con la precisa speranza di trovare, sempre e comunque, qualcosa di sorprendente nel proprio…letto!
Alberto Nacci
Illustrazione tratta da: http://www.queerblog.it/tag/halloween+gay