Titolo: Un nido di terra per la donna di cristallo
Autore: Margaret Gaiottina
Editore: Mamma editori
Prima edizione: Gennaio 2012
Pagine: 318 pagine
Prezzo: Brossura – € 9,80
Mai avrei detto che mi sarebbe piaciuto uno zombie. E che lo avrei trovato sexy. C’è da dire che Byron non è un ammasso di carne putrefatta, ma teniamo a freno gli ormoni e andiamo con ordine.
Durante un ricevimento Dorinda Martini si ritrova coinvolta in un tentativo di furto, che sarebbe andato a buon fine se il rapinatore, Byron, non avesse esitato a spararle. Questa scelta gli è costata la vita ed ha colpito profondamente la protagonista.
Dorinda, infatti, non è stata fortunata nella vita, suo marito l’ha lasciata per una donna più giovane dopo averla privata di tutti i suoi beni. E non contento le ha danneggiato la reputazione, tanto che ormai è conosciuta da tutti come “Icy”.
Perciò il fatto che uno sconosciuto le abbia risparmiato la vita l’ha sorpresa e così decide di andare al suo funerale. Ed è al cimitero che fa uno strano incontro: un barbone che parla in modo strano e le ricorda la fotografia di Byron.
La donna liquida l’avvenimento come coincidenza, ma in seguito si dovrà ricredere e scoprirà un mondo di cui nessuno conosce l’esistenza e dovrà confrontarsi con i sentimenti che inizierà a provare per il bel rapinatore defunto.
Con il suo stile semplice e diretto Margaret Gaiottina mi ha colpita piacevolmente. Mi aveva incuriosita la trama, così non appena le mie finanze l’hanno permesso, ho aggiunto agli acquisti il suo romanzo.
Ho trovato la storia originale e mi è piaciuta la concezione della morte e delle questioni in sospeso introdotta. Non vado nel particolare per non spoilerare, ma sono rimasta sorpresa dalla piega che hanno preso gli eventi.
Ammetto, però, che alcuni particolari mi hanno lasciata perplessa.
Innanzitutto la protagonista viene subito presentata, anzi si presenta visto che la narrazione è in prima persona, come “Icy” precisando subito che è un soprannome che le hanno affibbiato, ma che ha deciso di onorare in un certo senso, di confermare con il suo atteggiamento. O almeno è quello che crede di fare. Io non l’ho trovata così “fredda”, anzi, è un personaggio molto emotivo e sensibile; giusto con le colleghe si mantiene più distante, ma con altri non lo è!
Altro punto debole, secondo me, è l’atteggiamento che ha con Byron. Cede quasi subito all’attrazione per lui e, se per un altro personaggio sarebbe stato comprensibile, non credo che sia il caso di Dorinda. Perché per una donna che è stata ferita nel modo in cui lo è stata lei dal marito, il primo istinto è di difesa, di strenua difesa, invece capitola troppo facilmente.
E Byron! Byron deve avere un istinto masochista! Per motivi che non preciserò, non potranno consumare il loro rapporto, e pur essendone consapevole non fa altro che provocare Dorinda…tesoro! Allora ti vuoi male! A Byron, però, si perdona tutto.
Al di là di queste imperfezioni, è un buon romanzo e sono contenta perché in questo periodo sto scoprendo le autrici italiane, che non hanno nulla da invidiare a quelle straniere e pertanto continuerò nella mia ricerca di letture nostrane.