Nasce a Torino, presso l’ospedale Molinette, il primo night hospital italiano per curare le patologie del sonno. Intende andare incontro a quel 10 percento della popolazione che fatica a dormire, compromettendo l’attività lavorativa e le relazioni sociali: il servizio è rivolto a chi dorme troppo poco, ma anche a chi soffre di ipersonnia, di apnee notturne, di incubi ricorrenti e di sonnambulismo. Gli specialisti torinesi si avvalgono di raffinati strumenti diagnostici: ci sono il polinnigrafo, l’actigrafo, il poligrafo, il saturimetro. Il primo serve a scrutare tutto ciò che accade nel cervello del malato: la sua attività cerebrale, quando entra in fase Rem, ecc. Il secondo ha lo scopo di registrare il ritmo sonno-veglia. Il terzo indica l’attività cardiaca e respiratoria. Il quarto serve per calcolare la quantità di ossigeno nel sangue. In pratica il nuovo centro dell’ospedale Molinette entra in servizio quando tutti gli altri reparti chiudono e consente di sottoporsi a esami specialistici senza perdere nemmeno un giorno di lavoro. Il paziente si presenta presso il dipartimento di neuroscienze in serata e viene trattenuto fino all’indomani. Alle 20.30 il malato viene introdotto nella camera che lo accoglierà per la notte. C’è un microfono che pende dal soffitto necessario a registrare ogni minimo rumore: dal semplice russare, alle grida che contraddistinguono per esempio chi soffre di attacchi epilettici notturni. C’è una telecamera a infrarossi che comunica ai medici del reparto l’attività fisica dell’insonne o del sonnambulo. I test cominciano intorno alle 23.00. A quest’ora entrano in funzione tutti i vari macchinari. Alle 7.00 il risveglio e la diagnosi. Alle 8.00 il malato lascia il reparto pronto per iniziare una nuova giornata: in tasca la ricetta per riuscire a sconfiggere definitivamente la difficoltà a concedersi alle braccia di Morfeo.
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Nasce a Torino, presso l’ospedale Molinette, il primo night hospital italiano per curare le patologie del sonno. Intende andare incontro a quel 10 percento della popolazione che fatica a dormire, compromettendo l’attività lavorativa e le relazioni sociali: il servizio è rivolto a chi dorme troppo poco, ma anche a chi soffre di ipersonnia, di apnee notturne, di incubi ricorrenti e di sonnambulismo. Gli specialisti torinesi si avvalgono di raffinati strumenti diagnostici: ci sono il polinnigrafo, l’actigrafo, il poligrafo, il saturimetro. Il primo serve a scrutare tutto ciò che accade nel cervello del malato: la sua attività cerebrale, quando entra in fase Rem, ecc. Il secondo ha lo scopo di registrare il ritmo sonno-veglia. Il terzo indica l’attività cardiaca e respiratoria. Il quarto serve per calcolare la quantità di ossigeno nel sangue. In pratica il nuovo centro dell’ospedale Molinette entra in servizio quando tutti gli altri reparti chiudono e consente di sottoporsi a esami specialistici senza perdere nemmeno un giorno di lavoro. Il paziente si presenta presso il dipartimento di neuroscienze in serata e viene trattenuto fino all’indomani. Alle 20.30 il malato viene introdotto nella camera che lo accoglierà per la notte. C’è un microfono che pende dal soffitto necessario a registrare ogni minimo rumore: dal semplice russare, alle grida che contraddistinguono per esempio chi soffre di attacchi epilettici notturni. C’è una telecamera a infrarossi che comunica ai medici del reparto l’attività fisica dell’insonne o del sonnambulo. I test cominciano intorno alle 23.00. A quest’ora entrano in funzione tutti i vari macchinari. Alle 7.00 il risveglio e la diagnosi. Alle 8.00 il malato lascia il reparto pronto per iniziare una nuova giornata: in tasca la ricetta per riuscire a sconfiggere definitivamente la difficoltà a concedersi alle braccia di Morfeo.
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