Recentemente, un team di ricerca composto da sismologi del Georgia Institute of Technology ha messo a punto un sistema in grado di preavvisare in tempo utile dell'arrivo di un'onda di tsunami, permettendo così alla popolazione di mettersi al riparo in posti sicuri. Il sistema, chiamato RTerg, è stato sperimentato in occasione del terremoto di Sumatra, avvenuto il 7 agosto 2010, con dei risultati molto positivi.
Nel caso di un terremoto in una grande zona di subduzione, le spaccature si formano con una velocità di circa 3km/s, ad una profondità compresa tra i 20 ed i 50 km al di sotto della superficie; data la profondità, i movimenti verticali della crosta risultano piuttosto attenuati lungo il piano orizzontale, con la conseguente formazione di onde relativamente piccole. Nel caso di un terremoto di magnitudo 7.8, le onde che si formano possono raggiungere altezze di circa 20cm.Diverso è il caso dei terremoti che generano tsunami: in questi casi la velocità di rottura scende a circa 1km/s, con spaccature che si propagano fino alla superficie. Ne conseguono onde più alte in prossimità della costa, dell'ordine di 10-20m; nel caso del terremoto di Sumatra, sono state misurate onde di 17m, che hanno provocato la morte di circa 430 persone.
Ecco quindi che una semplice misura della magnitudo dell'evento sismico può non bastare per la corretta previsione della formazione di tsunami. I terremoti "pericolosi", da questo punto di vista, hanno una velocità di rottura minore, una durata più lunga e sono meno efficienti in termini di energia irradiante: perciò, il sistema RTerg è concepito per ricercare nei terremoti questi tre segnali distintivi. Una volta che l'algoritmo identifica un terremoto pericoloso, viene inviata un'allerta agli enti preposti alla gestione del rischio tsunami.Tra la ricezione dei dati e i risultati dell'algoritmo RTerg passano pochi minuti; nel caso di Sumatra, l'unico terremoto finora in cui era funzionante l'algoritmo, sono passati solo 8 minuti e mezzo. Tenendo conto che le inondazioni si verificano mediamente dopo 30-40 minuti dal terremoto, si avranno così a disposizione 20-30 minuti per avvisare la popolazione, quando l'algoritmo entrerà in piena operatività.Attualmente gli studiosi, dal punto di vista scientifico stanno apportando dei miglioramenti che potrebbero limare ulteriormente il tempo di calcolo di circa un minuto; sul fronte operativo, invece, stanno riscrivendo l'algoritmo per renderlo utilizzabile da tutti i centri di allarme statunitensi ed internazionali.fonte: Georgia Institute of Technology