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un opuscolo che scivola sotto una porta

Creato il 22 maggio 2011 da Occhio Sulle Espressioni
un opuscolo che scivola sotto una portaRacconti agghiaccianti
Gustav Meyrink
Newton Compton

Non è un mistero che qui ci dilettiamo a scavare nei meandri di vecchie pubblicazioni, riproponendole, per volontà di non perdere pietre miliari letterarie o semplicemente cose di nostro gusto, purtroppo non più ristampate. Che miniera erano i tascabili Newton da cento pagine, meriterebbero uno speciale tutto loro!
Ora parliamo di Meyrink, nativo austriaco però influenzato dalla permanenza praghese, conosciuto ai più come autore de Il Golem, ma creatore di romanzi altrettanto validi, nonché di racconti brevi sicuramente da prendere in considerazione. In questo volumetto ne troviamo pregevoli esempi.
Difficile sceglierne un preferito, ma la laida atmosfera de Il gabinetto delle figure di cera o la visionarietà della festa di Danza macabra rimangono bene impresse. Il primo tra l'altro ricorda, per certi versi, il suo quasi omonimo cinematografico, Il gabinetto del dottor Caligari, mentre, inaspettatamente, non c'entra nulla con l'opera di Paul Leni dallo stesso titolo, scritta dal grande Henrik Galeen. Non da meno è il claustrofobico scantinato di Le piante orribili, storia onirica e allucinante, così come L'urna di S. Gingolph, più propriamente d'orrore, dagli echi simili a quelli dei colleghi di Gustav più incentrati sulla narrativa di genere. Ma Meyrink era valente anche nella satira, con l'esercito che ne rimaneva spesso vittima: è il caso di I cervelli e Castroglobina, probabilmente "utili" ancora oggi... Nuovamente toni grotteschi con Il segreto del Castello di Hathaway, e un finale che vale l'intera lettura; forse il maggior esempio del volume su come poter coniugare linee tetre e risvolti umoristici.
La maschera di gesso, Il Bramino, L'anello di Saturno contengono tutti vicende legate a congregazioni, evidente specchio di esperienze dello scrittore in campo esoterico. Spaventoso e sentenzioso il primo, riflessivo il secondo e magicamente potente il terzo.
Vista la reperibilità del libretto, se ne consiglia la lettura come assaggio delle grandi doti dell'autore, del suo particolare stile, magari senza farsi influenzare totalmente dal titolo un po' fuorviante; come detto, si spazia molto rispetto a canonico orrore.

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