- Dove siete diretti?
- Sempre verso casa.
In questo scambio tratto dal romanzo incompiuto Heinrich von Ofterdingen di Novalis (pseudonimo del filosofo e scrittore tedesco Georg Friedrich von Hardenberg), si nasconde l'idea di dedicare l'edizione 2011 del Ravello Festival (www.ravellofestival.com) al tema del viaggio. Devo dire che mi sono sentito proprio a casa in una delle serate del Ravello Festival che, negli ultimi anni, ha deciso di differenziare la propria offerta, partendo dalla musica classica (baricentro ed architrave emotiva del Festival fin dalla sua fondazione) per giungere prima alla danza e poi alla scrittura.
Ed è proprio di scrittura che vi vorrei parlare e della serata dedicata al progetto Officina Italia che si è svolta lo scorso 5 agosto in uno dei suggestivi anfratti sensoriali che Villa Rufolo e Ravello sanno offrire ai viaggiatori. Il progetto Officina Italia(www.officinaitalia.net), ideato e organizzato da Antonio Scurati per permettere ai lettori di entrare in una delle più affascinanti zone d'ombre dello scrittore (la sua officina creativa) è approdato, dopo alcune seguitissime edizioni milanesi, in costiera amalfitana, garantendo un pò di soddisfazione allo spirito voyeuristico che ogni accanito lettore nasconde dietro la scelta di comprare l'ennesimo libro di narrativa che l'editoria italiana sforna e diffonde.
Quanti di voi si sono chiesti come diavolo avesse fatto il proprio autore preferito a sorprendervi con quel finale, a disegnare quel personaggio che sembra il concentrato delle vostre ossessioni o il vostro perfetto opposto? A scaraventarvi in una selva di dubbi ad ogni nuovo capoverso, per poi chiarirli in un nevrotico ultimo capitolo al cardiopalmo? O ancora a non chiarirli, lasciandovi in preda ad una rabbia che si consuma impietosa sulla copertina che vi trovate a mangiucchiare seduti al centro del letto?
Se avete risposto affermativamente almeno ad una di questa domande, siete il pubblico giusto per questo esperimento. Siete il pubblico giusto per Officina Italia e le sue letture.
L'idea di Antonio Scurati è semplice: avvicinare i lettori agli scrittori, eliminando la rete del compiuto e ragionato prodotto finale delle loro fatiche, per offrire invece un work in progress soggetto ancora a cambiamenti, revisioni, nuove ispirazioni, indecisioni dell'ultimo momento. Testi capaci di resistere (ancora) alle necessità del mercato. Insomma lo scrittore Scurati apre la porta dell'ispirazione e si nasconde, con voi, dietro la siepe ad ascoltare.
Nella sua trasferta ravellese Officina Italia ha ospitato letture d’inediti di alcuni fra i più rappresentativi e differenti autori italiani, come Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, Melania Mazzucco, Edoardo Nesi e lo stesso Antonio Scurati. Nessun preambolo, nessuna auto-celebrazione (o almeno nessuna di una certa entità), nessuna disfida a colpi di citazioni che spesso, ahimè, infestano le presentazioni dei libri di molti autori italiani. Solo tanta buona scrittura, anzi lettura, anzi interpretazione della lettura da parte degli autori stessi, condita con tanto ascolto attivo ed emozionato, da parte di un pubblico ancor più emozionato (il sottoscritto lo era); come un bambino a cui improvvisamente si dà libero accesso al retro della sua pasticceria preferita dicendogli che (se vuole…) può assaggiare un pò dell'impasto del dolce prima che sia finito. Non so a voi, ma a me leccare i vari contenitori di prelibate metafore, succulenti aggettivi, caramellate idee ripiene di dolci personaggi (prima che il romanzo venga infornato ed impacchettato dalle case editrici) è sembrata un'ottima occasione.
Tanto più che nel percorso d’innovazione e contaminazione che Antonio Scurati declina con le serate di Officina Italia ci sono sempre ingredienti nuovi da assaggiare. Nella serata del 5 agosto è stata la volta di Filippo Del Corno, compositore fra i più affermati nel panorama della musica contemporanea in Italia e in Europa, che in soli quindici minuti è riuscito, con chiarezza e passione, a far entrare un pubblico di libromani nel mondo delle influenze musicali e delle ispirazioni che contaminano ed alimentano la realizzazione dei suoi lavori, trasformando gli spettatori del Ravello Festival in novelli critici musicali, capaci di distinguere fra "corruzione" ed "evaporazione" di un brano. Un'esperienza che i presenti non dimenticheranno facilmente.
Ma di Filippo Del Corno e del tema della contaminazione fra le varie espressioni artistiche (come la scrittura e la musica) e su come la loro interferenza possa produrre nuovi sentieri per i rispettivi autori, vi parlerò in un prossimo articolo sulla webzine di sulromanzo, per ora vi segnalo un link dedicato ad uno dei progetti di Del Corno (www.sentieriselvaggi.org) e vi do appuntamento al prossimo mese.
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