Roma
Dopo I Duellanti, con una combinazione molto felice di regia (Roberto Aldorasi) e interpretazione con Alessio Boni e Marcello Prayer particolarmente coinvolgenti, il Teatro Quirino, l’accogliente sala a due passi dalla Fontana di Trevi, ci propone Modigliani.
Quando presentarono la stagione, la scorsa estate, rimanemmo scettici nella scelta del protagonista, lo statico Marco Bocci dei poliziotteschi televisivi. Poi lo vedemmo in un film con la Gerini in cui interpretava (maluccio) lo stesso poliziotto.
Invece, in Modigliani, con la regia di Angelo Longoni, azzecca il personaggio e l’uomo, con le sue ambiguità e i suoi dubbi e demoni, avvolgendo lo spettatore con una interpretazione che lo fa sembrare un attore sprecato nel filone solo commerciale.
Questo è bioteatro, ben scritto e messo in scena con attenzione ai dettagli.
I teatri,quando arriva Bocci, si riempiono di donne adoranti, noi ci auguriamo che comprendano le differenze: in questo caso il loro idolo recita, mentre i tv si limita a sgranare gli occhioni febbrili.
Segnaliamo anche la buona prova di Claudia Potenza e di Romina Mondello, un po’ defilata negli ultimi anni.
Mauro Pecchenino