A dire il vero quando ci siamo conosciuti e ho realizzato cosa facesse un pensierino spontaneo ce l'ho fatto. I primi cinque minuti ho pensato "però, che fico avere un pediatra come padre dei tuoi figli". Ma è durata cinque minuti e per diverso tempo dopo perché l'uomo, al di là del biglietto da visita, era all'epoca un personaggio poco raccomandabile.
In pochissimo tempo ho capito (lavoro nel marketing e l'analisi del mercato e della concorrenza sono passaggi inevitabili :) che avevo due temibili concorrenti: le infermiere e le MAMME dei bambini. Le prime perché sembra che nell'immaginario collettivo uno dei loro maggiori modelli aspirazionali sia sposare IL medico e le seconde perché…bè, perché nei picchi depressivi avere un pediatra come amante è un gran CULO!
Riprenderò il tema perché ho diversi aneddoti da raccontare ma oggi siamo in campagna elettorale pro Huggies e quindi voglio raccontarvi il gran culo che ho avuto a partorire con affianco un padre-pediatra.
Il tema di oggi è:
UN GIORNO COME TANTI ALTRI
Hai preparato tutto da settimane: sacca con tutti i ricambi, 2-3 libri sull’argomento, tecniche di respirazione. Insomma, sei prontissima... o no? Arrivano le contrazioni: “Saranno quelle giuste?”, pensi. Intanto tuo marito sviene e a guidare verso l’ospedale ci devi pensare tu. Ed è solo l’inizio...
All'epoca di Leo nella pancia io vivevo a Bologna e il doc a Milano. Sapevamo che pochi mesi dopo il parto il doc si sarebbe potuto trasferire a Modena quindi fu logica la decisione di partorire a Milano, nel reparto di maternità dove il doc ancora lavorava. Saggiamente il pediatra di riferimento alla nascita sarebbe stata una sua collega. Il papà si sarebbe occupato della mamma prima e del bimbo dopo con bagnetto e baci&abbracci.
Alla settimana 40+1 tutto taceva. L'ostetrica che mi avrebbe seguita mi "raccomandò" con la solita manovrina. "STOC", questo il rumore che sentii.
La sera andai a mangiare cinese e siccome porta fortuna regalare cibo alle gravide mi ingozzarono di frutta ca(l)ammellata.
Il giorno dopo qualcosa si mosse. Il doc andò come sempre a lavorare.
Ore 13:00 "Pronto, doc. Qui qualcosa si muove."
"E' normale. Non è niente."
"No, non è la solita roba. Qui qualcosa si muove."
"Va be'. Abbi pazienza. C'è tempo. Finisco due cose e poi arrivo." (La solita esagerata...)
"Ma io sento delle fitte. Non è che sono contrazioni?"
"Sono solo quelle preparatorie. C'è tempo. Magari fatti un bagno caldo". (Quante volte le ho spiegato che buona cosa è farsi un bagno caldo)
Sapevo che avrei dovuto fare un bagno caldo.
"Sì, ma non puoi tornare a casa che….aaaaaaahhhh…che male…qui qualcosa si muove!"
"MC non fare la solita intollerante al dolore. Vedi di respirare e avere pazienza!" (e che caspita, cosa saranno mai due contrazioni?)
"Sì, ma….aaaaaaaahhh….com'è che ho già male di nuovo?"
"E' presto per avere contrazioni così ravvicinate, datti una calmata!"
(La compagna di un pediatra deve sempre mantenere la calma)
"Sì, ma vuoi per favore venire qui?"
Tempo mezz'ora e arriva e le contrazioni aumentano.
"Dai fatti un bagno che è presto per andare in ospedale." (che figura mi fai fare, come quelle che si presentano 20 ore prima del parto)
"Nooooo, io sto già male e tu mi porti in ospedale. Se faccio un bagno affogo."
"Ma MC, è presto." (Quando mai si è visto un travaglio così veloce)
"Chiama l'anestesista che vada in ospedale."
Ore 14:00 Il doc chiama l'anestesista che è dall'altra parte della città. Non potrà essere in ospedale prima di due ore. Ma va bene, c'è ancora tempo.
"Dooooooc!!! Io sto malissimo. Portami in quel cazzo di ospedale!!!!!"
(Quando la compagna di un pediatra inizia a sproloquiare è il caso di fare quello che chiede)
Usciamo e arriviamo a destinazione. Arrivo e trovo l'accoglienza.
14:30. Mi visitano: 8 cm di dilatazione.
"8 cm????? Ma non era presto?"
Il padre pediatra inizia a sbiancare e a sudare. (In effetti doveva essere presto)
"Dov'è l'epidurale?" chiedo con la bava alla bocca.
L'anestesista di turno sussurra che è troppo tardi per fare l'epidurale.
Io con la forza dell'Incredibile Hulk e dello stesso colore mi sollevo e gli dico guardandolo negli occhi che il suo collega mi aveva giurato che avrei fatto l'epidurale. "Tu adesso mi fai l'epidurale". "Ma…" "Ma, niente. "
Il poveretto con un occhio su di me e uno sul doc, mi infila tremolante l'ago dell'epidurale.
La situazione degenera. Io inizio a notare un numero indefinito di persone in camice e non intorno. Non è un polo universitario quindi non sono gli specializzandi.
"Doooooc?"
"Dimmi, co-sa cccc'è, ades-so?", balbetta.
"Chi sono tutte queste persone?"
"I miei colleghi MC. Sono venuti per capire se possono essere di aiuto."
Ecco una cosa sono degli specializzandi giovani e inesperti e soprattutto sconosciuti. Altra cosa sono i colleghi del futuro padre di tuo figlio che stanno lì davanti alle mie parti intime e in ascolto delle mie bestemmie.
Il ginecologo capisce che ci sono dei problemi e che è meglio smettere di spingere. Problema. Per un ginecologo è dura spiegare al collega pediatra che deve fare un cesareo alla moglie. Io continuo nel frattempo il mio travaglio. E continuo a imprecare.
"MC?"
"Sì, sior Ginecologo…"
"Adamo ed Eva commisero peccato…"
"Sior Ginecologo non è che può arrivare al dunque?"
"ll taglio cesareo inizia dopo l'effettuazione dell'anestesia per ridurre la morbilità perioperatoria con l'incisione trasversale o longitudinale. L'incisione più usata è quella detta di Joel Coen che penetra nella cute fino al derma. Centralmente si incide l'adipe sottocutaneo (meno vascolarizzato) fino a raggiungere la fascia muscolare. Con una forbice retta semiaperta si taglia la fascia a destra e sinistra sotto il piano adiposo sottocutaneo. Si allarga la fascia in senso cranio caudale fino a vedere…"
"Sior Ginecologo, lo so cosa è un cesareo. Qual'è il problema?"
"Nessun problema. Solo che non può partorire naturalmente."
"E allora apra, Sior Ginecologo, apra e interrompa questo cazzo di dolore!!!"
Nei momenti successivi il doc ha perso dieci anni della sua vita.
22 mesi dopo è arrivato il secondo giorno. Il turno di Picca. Viviamo a Bologna e il doc lavora al Policlinico di Modena. Al terzo mesi di gravidanza la mia ginecologa ha guardato negli occhi il doc e gli ha comunicato che avrei partorito a Bologna, che il papà doveva fare il papà e non il pediatra. Cesareo programmato. Mi ha aspettato in stanza. Non ha neanche chiesto di assistere.
Il doc ha recuperato qualche anno di vita.
E voi? Cosa siete riuscite a dire nei momenti chiave? Chi c'era intorno a voi? Il padre del nascituro è stato all'altezza o è stato rianimato?
Questa storia partecipa a Mamma che Ridere.
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