Magazine Bambini
Naturalmente, nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città non abbiamo più le "tribù". La nostra non è più una società tribale o contadina, le famiglie allargate che oggi predominano non sono più quelle con sovrapposizioni generazionali; i legami parentali non sono più evidenziati dalle strette convivenze nei villaggi o nelle fattorie contadine.
La mamma cerca comunque e naturalmente sostegno, aiuto e ciò che "trova", nell'immediato, siamo noi: i papà. Tutta la compagnia, rifugio, sostegno, disponibilità ed empatia che una intera tribù avrebbe conferito, ora dovrebbe venire da una sola persona: il padre del bambino. E' dunque un singolo individuo che si sostituisce al ruolo di molti.
Quando la realtà non viene visualizzata nel suo complesso, si può pensare che le cose possano magari essere risolte se il papà torna a casa presto, se cambia qualche volta i pannolini o magari guadagna di più.E' il caso invece di prendere coscienza che sono solo due - non più di due - e che le mamme e i papà a volte rimangono isolati nel complesso compito di accudire i loro bambini. E' una dimensione che va oltre l'aspetto pratico, con rinvii di tipo psicologico, emotivo, antropologico.
Cosa fare in pratica? Può esserci la famiglia biologica di origine, con mamme zie suocere cugini che si mobilita. A volte neanche quella.
A volte farebbero meglio a non mobilitarsi quando diventano invadenti fuori luogo, fuori tempo. A volte farebbero meglio a non cimentarsi in "quando ci porti a vedere il bambino?! non ce lo fai vedere mai!! fra poco cammina (o fa 18 anni) e io non lo vedo da quando è nato...!! ... fino ad arrivare anche al "ma certo che sei stronzo... (a non farcelo vedere mai)!!". Ma sono io che lo "devo" far "vedere"? Io che mi dibatto tra accudimento del Grande Gattonatore apri-sportelli-cassetti, cambio pannolini, pappe, pranzi, spesa, pulizia casa e - pardon - lavoro? Ma siamo noi che dobbiamo adattarci agli orari degli zii mamme suoceri o sono loro che devono adattarsi ai bisogni e agli orari dei nostri figli?
A volte non si vede nessuno, si è veramente soli.
Quando la realtà ci appare insostenibile, condividiamo ciò che ci succede con la nostra partner, cerchiamo di parlare e decidere - insieme - a chi chiedere aiuto. Inventiamo una "rete amorevole", un social network reale in cui i bambini possano trovare un posto importante. Offriamo un sorriso, un libro, qualcosa di importante alle altre mamme e papà. Apriamo le nostre case, cuciniamo qualcosa di delizioso, invitiamo - a farci visita - altri adulti con bambini. Se partecipiamo alla costruzione di una tribù moderna, probabilmente smetteremo anche di incolparci reciprocamente, le tensioni si risolveranno.
Creiamola la nostra tribù, in fondo siamo esseri sociali.
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Fonte: post basato su un articolo di Laura Gutman
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