La maggiore preoccupazione di quelli che ancora non sono convinti dell’importanza del ritorno all’energia nucleare in Italia, verte soprattutto sulla questione rifiuti nucleari. Benché siano circolate una serie di notizie inattendibili su presunte liste di siti di stoccaggio, ci ha pensato Stefano Saglia, sottosegretario per lo Sviluppo Economico, a smentirle ancora una volta. Durante il question time, che si è tenuto ieri in Parlamento ha infatti affermato che, al momento, “l’identificazione delle aree non può essere compiutamente formalizzata, sia perché l’Agenzia non è ancora operativa, sia per il fatto che non è stato possibile attuare le procedure di valutazione strategica, che comprende lo svolgimento di una consultazione pubblica”. I depositi scorie sicuramente si faranno anche perché bisogna dare una sistemazione definitiva ai rifiuti radioattivi derivati da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie attualmente sistemati nei depositi della Nucleo Spa, nel centro ricerche di Casaccia. Nei piani futuri è prevista la costruzione di un Parco tecnologico comprensivo di un sistema per lo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività nonché di un deposito provvisorio per l’immagazzinamento dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato proveniente dall’esercizio degli impianti nucleari. Il Parco, che verrà concepito come un centro di eccellenza del settore, sarà “provvisorio” perché “la soluzione geologica definitiva sarà studiata a livello internazionale”. La definizione delle aree idonee dovrà essere predisposta dalla Sogin, tenendo conto dei criteri tecnici indicati dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), così come dovranno essere validati dall’Agenzia per la sicurezza nucleare (ASN) sulla base di valutazioni derivati “da una procedura di valutazione ambientale strategica sui parametri di idoneità alla localizzazione degli impianti”. Con questo, Soglia voleva dire che il documento predisposto dalla Sogin nei mesi scorsi era ancora “uno studio preliminare e peraltro non divulgato (in carenza dei presupposti normativi sopra descritti) e che non avrà sicuramente seguiti procedimentali”. La Sogin darà il via ai lavori solo quando saranno chiari “i presupposti sopra richiamati”, tenendo conto delle osservazioni e proposte da parte di Regioni, Enti locali e soggetti portatori di interessi, anche se “le caratteristiche socio-ambientali delle aree preliminarmente identificate concorreranno alla formazione di un ordine di idoneità”.
Magazine Ecologia e Ambiente
Un parco tecnologico d’eccellenza per i rifiuti radioattivi
Creato il 19 gennaio 2011 da Lorenzo_gigliottoPossono interessarti anche questi articoli :
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