Un passo avanti per la giustizia

Creato il 02 febbraio 2014 da Makinsud

Lo scorso 30 gennaio 2014, a Giarre nel catanese, è stato inflitto un duro colpo alla criminalità locale, da parte dei carabinieri della Dia. Dopo cinque anni di indagini meticolose sono stati arrestati due membri del clan Brunetto, affiliati ai Santapaola, una delle famiglie criminali più in vista di Catania.

Si tratta di Benedetto La Motta, 56enne di Riposto, e Giovanni Cali’, 41enne di Giarre, nei confronti dei quali sono emersi dalle indagini elementi sufficienti per accusarli di associazione di stampo mafioso, e quindi condurli all’arresto. I fatti scatenanti che hanno dato il via alle indagini sono stati l’uccisione del 22enne Salvatore Vadalà avvenuta nel dicembre del 2008, e la scomparsa del pregiudicato 35enne Giorgio Curatolo che risale a giugno 2012, legato quest’ultimo al clan dei Brunetto.

A partire da questi sconcertanti fatti di sangue e di violenza, le indagini svolte non hanno ancora dato un nome ai responsabili dell’uccisione di Vadalà, e della scomparsa di Curatolo, a causa di elementi ancora insufficienti. Ciò che è emerso riguardo la morte del 22enne, è che probabilmente quest’ultimo potesse essere un testimone scomodo, ma altro non è ancora stato rilevato. Per questo motivo i carabinieri stanno continuando a indagare per trovare altre risposte, tuttavia grazie a queste indagini svolte fino ad ora, le forze dell’ordine hanno portato alla luce dati ed elementi che sono bastati ad identificare i ruoli di La Motta e Cali’ all’interno del clan. Tra i due intercorreva un rapporto di subordinazione, in quanto Benedetto La Motta risulta il responsabile del clan della zona di Riposto, mentre a Giovanni Cali’  è stato assegnato il ruolo di esecutore degli ordini.

Inoltre, le seguenti indagini non hanno fatto altro che confermare dei precedenti sospetti nei confronti di La Motta, risalenti allo scorso 2013. Le attività di estorsione e di spaccio legate al clan Santapaola, su cui i carabinieri hanno indagato, li hanno portati a considerare Benedetto La Motta, un elemento di spicco in questo ambiente. In definitiva emerge una piccola vittoria da parte della giustizia, che grazie a questi arresti, causa del disgregamento del clan, dimostra alla società civile e alla criminalità stessa di starle col fiato sul collo, manifestando inoltre la volontà di andare avanti con le varie indagini al fine di scoprire i responsabili dell’uccisione di un ragazzo.

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