Un patto per la produttività

Avevo pubblicato, poco tempo fa e in epoca non sospetta, un breve articolo che sottolineava come, per uscire dalla crisi, l'Italia avrebbe avuto bisogno di migliorare la sua produttività globale. E' di questi giorni la notizia che il ministro Passera ha lanciato in un intervista al quotidiano La Stampa, la proposta per un grande patto sociale per la produttività.
Sono arrivati immediatamente i commenti positivi di alcune parti datoriali, come quella del presidente della Camera del commercio di Napoli, quella del presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane e della Confesercenti, che, con diverse parole, hanno riconosciuto il ruolo delle parti sociali per ottenere un incremento della produttività. Il ministro Passera aveva dichiarato che il recupero della produttività del lavoro più che nelle mani della politica è nelle mani delle parti sociali, mentre allo Stato compete accompagnare lo sforzo con normative ed incentivi adeguati.
Trascorsi ormai una decina di giorni dalla prima apertura del ministro Passera, le reazioni positive alla sua proposta sembrano venire esclusivamente dalla parte datoriale ( anche se in taluni casi molto tiepide ) e da Bonanni della CISL. Cgil e Uil hanno già avanzato critiche ideologiche, basate su due aspetti:

1. non hanno dimenticato che solo qualche tempo fa Monti aveva affermato che parte dei nostri attuali problemi sono stati provocati dal sistema della concertazione;
2. rigettano l'idea che che il miglioramento della produttività sia in mano solo alle parti sociali.

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