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Un peperoncino!

Da Jitsumu
Un peperoncino!"Un haiku giapponese ci ha fornito la chiave:
l'alunno mostra al maestro una poesia che recita così:
"Una farfalla:
le strappo le ali
e guarda, un peperoncino!"

La risposta del maestro non si fece attendere: "No, no; non è così, permettimi che corregga la tua poesia:
"Un peperoncino:
gli metto le ali
e guarda, una farfalla!"
La lezione è chiara: "l'atto poetico deve sempre essere positivo, cercare la costruzione, non la distruzione..."I problemi che abbiamo sono solo quelli che desideriamo avere. Siamo legati alle nostre difficoltà. Risolvere i nostri problemi implica modificare profondamente la relazione con noi stessi e con tutto il nostro passato. Date queste premesse chi sarà veramente disposto a cambiare?La gente desidera smettere di soffrire, è vero, ma non è disposta a pagarne il prezzo, a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sue adorate sofferenze. L' accettazione di sè non limita le aspirazioni, al contrario, le nutre. Perchè ogni miglioramento partirà sempre da ciò che si è realmente.Per la maggior parte del tempo, non abbiamo la minima idea di quello che può essere l'immaginazione, non ci lasciamo toccare dall'ampiezza dei suoi registri. Perchè oltre all'immaginazione intellettuale, esiste l'immaginazione sentimentale, sessuale, corporale, economica, mistica, scientifica. L'immaginazione è presente in tutti i campi, compresi quelli che consideriamo "razionali". È ovunque. Quindi bisogna svilupparla per affrontare la realtà, non partire da una prospettiva unica ma da molteplici angoli visuali.Il nostro abituale parametro di valutazione è l'angusto paradigma delle nostre credenze e dei nostri condizionamenti. Della realtà misteriosa, vasta e imprevedibile, percepiamo soltanto ciò che filtra attraverso la nostra minuscola lente. L'immaginazione attiva è la chiave di una visione ampia, permette di mettere a fuoco la vita da punti di vista che non sono i nostri, pensare e sentire partendo da prospettive diverse.Questa è la libertà: essere capaci di uscire da se stessi, attraversare i limiti del piccolo mondo individuale per aprirsi all'universo. ...Non bisogna opporre resistenza nè fuggire dal problema, ma entrare in esso, usarlo come elemento di liberazione. Non si può guarire nessuno, si può soltanto insegnare a guarirsi da soli. La verità non è in fondo al cammino, ma è la somma delle azioni che si compiono per conquistarla.
Accettare il favore che l'altro, ciò che è altro, può farci, è anch'essa una forma di generosità. Il saper dare deve essere accompagnato dal saper ricevere.
Due monaci pregano senza sosta, uno è corrucciato, l'altro sorride.
Il primo domanda: "Com'è possibile che io viva nell'angoscia e tu nella gioia se entrambi preghiamo per lo stesso numero di ore?"
L'altro risponde: "Perchè tu preghi sempre per chiedere e io prego solo per ringraziare."
L'esperienza vitale è irreversibile. Gli oggetti sono ricettacoli di energia, positiva o negativa. Loro non sono nè diabolici nè sacri. E' l'odio o l'amore che riversi su di essi che li trasforma. I valori sublimi dello spirito, una volta che si rivelano, sono irreversibili. Per dare non è necessario possedere cose materiali.
Ejo Takata: "Quando si vuole aggiungere acqua ad un bicchiere che è già pieno, prima occorre svuotarlo. Allo stesso modo una mente ingombra di opinioni e speculazioni non può apprendere. Dobbiamo svuotarla affinchè in essa si crei un'apertura."Non so dove vado, ma so con chi vado.
Non so dove sono, ma so che sono in me.
Non so che cosa sia Dio, ma Dio sa che cosa sono.
Non so che cosa sia il mondo, ma so che è mio.
Non so quanto valgo, ma so non fare paragoni.
Non so cosa sia l'amore, ma so che godo della sua presenza.
Non posso evitare i colpi, ma so come sopportarli.
Non posso negare la violenza, ma posso negare la crudeltà.
Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare me stesso.
Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio.
Non so chi sono, ma so che non sono colui che non sa.
Alejandro Jodorowsky

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