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Un perdono atteso 70 anni

Creato il 26 dicembre 2013 da Psicosi2012 @martini_mat

Notizia di questi giorni e’ il perdono ufficiale da parte della regina d’Inghilterra nei confronti di Alan Turing reo “addirittura” di aver dichiarato la sua omosessualita’. Premesso che, fortunatamente, questo oggi non rappresenta piu’ un reato, ci sono voluti ben 70 anni, e 60 dal suo suicidio, prima che la nazione si decidesse a perdonare e rendere i giusti onori a colui che, grazie al suo contributo nella decriptazione, ha dato alla seconda guerra mondiale la svolta che conosciamo.

Nonostante la sua importanza, il genio di Alan Turing e’ spesso poco conosciuto se non ad alcuni esperti o appassionati del settore. Approfittiamo dunque di questo meritato perdono per spendere due parole su questo genio assoluto.

Come detto nel preambolo, siamo nella seconda guerra mondiale. Oltre a tutta una serie di innovazioni tecniche, questo conflitto vide per la prima volta l’utilizzo massiccio di sistemi di cifratutura per la trasmissione di dati sensibili. Oggi, siamo abituati a ricordare decine di PIN e codici o a visitare pagine criptate con cifrature elettroniche a decine di bit. Ovviamente, durante la seconda guerra mondiale il discorso era molto diverso e ci si affidava per la prima volta a sistemi elettromeccanici in grado di assicurare, almeno fino a quando non venivano decifrati, la riservatezza delle informazioni.

La potenza tedesca possedeva un sistema estremamente complesso per il tempo basato sulla cosiddetta macchina enigma. Questo apparentemente semplice sistema era formato da due tastiere, una reale e una criptata. Come funzionava? Semplice, l’operatore digitava il messaggio nella prima tastiera e ad ogni pressione si accendeva un tasto nella seconda tastiera. Si procedeva dunque a copiare il messaggio, incomprensibile ovviamente, dato dalla macchina attraverso i canali radio. Tutto il segreto della macchina sta ovviamente nella corrispondenza tra le lettere della prima e della seconda tastiera.

La macchina Enigma utilizzata dai tedeschi per cifrare i messaggi

La macchina Enigma utilizzata dai tedeschi per cifrare i messaggi

Guardando la foto della macchina vedete che ci sono una serie di rotori centrali che costituiscono lo scambiatore, cioe’ il sistema di associazione di una lettera in un’altra. Oltre a questi, nella parte frontale sono presenti dei fori in cui inserire appositi spinotti per scambiare ulteriormente le lettere. Nella versione piu’ complessa con 5 rotori a 26 posizioni e lo scambiatore addizionale frontale, erano possibili piu’ di 100 milioni di miliardi di combinazioni.

Per poter decifrare il messaggio, l’operatore ricevente doveva prima di tutto disporre di una seconda macchina identica alla prima ma non sarebbe sufficiente. L’operatore deve infatti sapere esattamente come posizionare i rotori per poter decifrare il contenuto del messaggio. Se tutto era impostato correttamente, il ricevente si limitava a digitare le lettere del messaggio cifrato e sulla seconda tastiera si illuminavano le lettere formanti il messaggio originale.

L’utilizzo di questa macchina rappresento’ per molto tempo un punto di partenza molto avvantaggiato della Germania nei confronti degli alleati.

Tralasciando tutta la storia della seconda guerra mondiale, non perche’ di poco interesse ma perche’ gia’ nota a tutti, per poter decifrare i messaggi di Enigma, gli inglesi organizzarono un gruppo segretissimo di esperti che lavorarono per diversi mesi prima di arrivare alla soluzione. A capo di questo gruppo vi era proprio Alan Turing, matematico esperto di crittografia. Una volta compreso il meccanismo di funzionamento di Enigma, Turing e il suo gruppo lavorarono alla costruzione della cosiddetta “Bomba”, una macchina in grado di decifrare i messaggi di Enigma e contenente al suo interno tutte le possibili combinazioni selezionabili da chi trasmetteva il messaggio.

La macchina Bomba degli inglesi

La macchina Bomba degli inglesi

Inutile dire quale vantaggio rappresento’ questa macchina per gli alleati nei confronti dei nazisti. Solo per darvi un’idea, prima di procedere con lo sbarco in Normandia si fece credere ai tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto a Calais e solo grazie alla decriptazione dei messaggi di Enigma gli alleati capirono che il trucco era riuscito diminuendo drasticamente la resistenza nazista sulle coste scelte.

Detto questo, capite quanto fu importante il genio di Alan Turing non solo per gli inglesi ma per tutti gli alleati e per la conclusione della seconda guerra mondiale.

Dopo la guerra Turing si continuo’ ad occupare di quella che sarebbe poi diventata la moderna informatica lavorando allo sviluppo di un futuro computer. In seguito pero’ ad un furto in casa da parte di un ragazzo da lui ospitato, Turing venne chiamato a processo e non menti’ riguardo ai suoi gusti sessuali. Nell’Inghilterra del tempo l’omosessualita’ era considerata un reato e proprio per questo Turing venne sottoposto a castrazione chimica mediante continue punture di estrogeni. A causa di questa punizione sviluppo’ numerose ginecomastie con conseguente crescita dei seni.

Alan Turing mori’ nel 1954 suicida. Anche il contesto del suicidio merita di essere raccontato. Turing si uccise mordendo una mela intrisa di cianuro di potassio prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve che aveva apprezzato fin da quando era bambino.

Secondo alcune voci (poi smentite anche se manca l’ufficialita’), il logo della Apple sarebbe proprio in onore di Alan Turing padre, nel bene o nel male, della moderna informatica e dello sviluppo delle macchine elettromeccaniche intelligenti.

Concludendo, credo che il perdono da parte della regina sia quanto di piu’ giusto fatto nei confronti di Alan Turing. Trovo assurdo, ma questo va ovviamente contestualizzato all’epoca dei fatti, che l’omosessualita’ fosse un reato e soprattutto che ci siano voluti 60 anni dal suicidio prima di ridare dignita’ a questo genio che contribui’ all’esito della seconda guerra mondiale. Per fortuna, come si dice in questi casi, non e’ mai troppo tardi per tornare sui propri passi.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.



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