""Libresco" è un rimprovero che mi si rivolge spesso; vi presto il fianco per l'abitudine che ho di citare sempre gli scrittori che convengono col mio pensiero. Si crede così che io abbia derivato da loro lo stesso pensiero; ed è falso; esso è venuto a me spontaneamente; ma io mi compiaccio, e tanto più quanto più è ardito, di pensare ch'esso ha già abitato altri spiriti. Quando, leggendoli più tardi, riconosco in essi il mio pensiero [...], vado proclamando il nome per ogni dove, e divulgando la mia scoperta. Dicono che faccio male. Non m'importa. Provo un piacere troppo grande a citare, e sono convinto, come Montaigne, che solo agli sciocchi sembro meno personale. Per contro, quelli che colgono le idee altrui, si danno gran cura di nascondere le loro "fonti". Ve n'è esempi in mezzo a noi".
Andé Gide, Diario, 9 gennaio 1923, Bompiani, Milano 1950, traduzione di Renato Arienta.
Io, di solito, per la composizione dei miei post, procedo in due modi:
a) prendo un libro dalla mia biblioteca minima o dalla biblioteca massima (di solito le comunali che frequento), lo apro e, se mai letto, lo leggo o lo sfoglio (ultimamente, più probabile la seconda); se, invece, l'ho già letto, ne cerco i passi sottolineati, le note a margine (nel caso dei libri della biblioteca, se mai letti, metto minuscole annotazioni a lapis); quindi, se trovo un brano che mi ispira (vedi il brano sopra, che mi provoca le seguenti parole), lo copio, e sotto trascrivo alcune note per costringere il pensiero altrui alle mie esigenze di pensatore dilettante;
b) mediante il flusso di coscienza, che a volte fermo con grafia amanuense alquanto incerta, molto schizofrenica, paramedica, butto giù una serie di pensieri che formano il post in modo autonomo. Se quanto scritto, poi, mi sembra richiedere un sostegno, un appoggio, un conforto di pensieri altrui, procedo in modo inverso al punto a, cerco cioè di trovare una citazione che puntelli il mio dire zoppicante.
L'andamento dell'attuale campagna elettorale spinge il mio pensiero lontano dall'agone politico; pur restando dentro la polis, non riesco a entrare nel battibecco, nel rimpallo, nella contrapposizione tra le parti in commedia. Sinceramente, non capisco quali altre cose potranno essere dette o promesse per far cambiare intenzione di voto a chi ne ha già una, o per convincere coloro che questa intenzione non ce l'hanno e sono risoluti a non votare o a votare un partito inutile. Ma i partiti e i movimenti non la pensano così e, di comizio in comizio, d'intervista in intervista, la propaganda si accumulerà ai bordi della strada come spazzatura che il cassonetto dei media già ora non riesce più a contenere.
Potessi dargli fuoco a tali sacchi, per vedere l'effetto che fa. Diossina?
Comunque, i fuochi d'artificio ancora hanno da essere accesi. Immagino diversi tipi di fiaccolate - e mi domando quanto il botto berlusconiano (tonfo sordo e cupo tipo quello dei tre finali, definitivi, che chiudono ogni rassegna pirotecnica) sarà capace di stordire la mente degli indecisi che lo votarono, poi ne ebbero schifo, ma che sono ancor oggi suggestionabili dallo spettro della Sinistra.
Ci sarà persino chi, ancora, voterà Lega, Bossi e Calderoli compresi.
E alla fine li ri-vedremo tutti in Parlamento, foto di gruppo, piccole biografie veloci dei personaggi nuovi, sorrisi. Ma aspettiamo primavera, come Bandini.