Ora questo pianeta non è però il detentore del record dell’anno più breve: membri dello stesso gruppo di ricercatori del MIT che lo hanno scoperto, avevano in precedenza trovato KOI 1.843,03, con un periodo orbitale di circa la metà, 4 ore e un quarto. La differenza, che ha portato alla pubblicazione su The Astrophysical Journal, è che i ricercatori sono stati in grado, per la prima volta, di rilevare la luce emessa da un pianeta così piccolo.
Questa luce, una volta analizzata con telescopi più grandi, può dare agli scienziati informazioni dettagliate sulla composizione della superficie del pianeta e le proprietà riflettenti di Kepler 78b. Il pianeta è così vicino alla sua stella che gli scienziati sperano di misurare la sua influenza gravitazionale sulla stella. Tali informazioni possono essere utilizzate per misurare la massa del pianeta, che potrebbe rendere Kepler 78b il primo pianeta delle dimensioni della Terra al di fuori del nostro sistema solare la cui massa è nota.
Secondo il team di astronomi, guidati dal professore emerito di fisica Saul Rappaport, ha stabilito che il pianeta per poter mantenere la sua orbita così vicina alla sua stella madre, dovrebbe essere incredibilmente denso, fatto quasi interamente di ferro – in caso contrario, le immense forze di marea prodotte dalla stella vicina, lo avrebbe fatto a pezzi.
Il gruppo di ricercatori, che sta analizzando i dati del satellite Kepler per trovare pianeti con l’orbita più stretta possibile, è stato in grado di rilevare la luce emessa dal pianeta misurando la quantità di luce complessiva oscurata ogni volta che il pianeta passava dietro la stella. I ricercatori ipotizzano che la luce del pianeta è probabilmente una combinazione di radiazioni dalla superficie riscaldata e la luce riflessa della superficie materiali, quali lava e vapore atmosferico.
Dalle misurazioni di Keplero 78b, il team ha determinato che il pianeta è circa 40 volte più vicino alla sua stella di quanto lo sia Mercurio al nostro Sole. La stella intorno a cui Kepler 78b orbita è probabilmente relativamente giovane: ruota infatti più di due volte più veloce del Sole – un segno che la stella non ha avuto tutto il tempo di rallentare.
L’inabitabile mondo di lava di Kepler 78b non esclude del tutto la possibilità di pianeti abitabili, di breve periodo. “L’orbita intorno a una nana bruna – dice l’autore Josh Winn, professore associato di fisica del MIT – potrebbe essere molto vicina ma con una temperatura ancora abitabile”.
Certo è che se volessimo vivere le quattro stagioni al tempo della musica di Vivaldi l’orbita non dovrà durare più di 45 minuti.
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea