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Ma il matrimonio che contrae, pur essendo una cerimonia in stile Masai è vero e quindi bisogna convincere Jean Yves a firmare le carte del divorzio. Come fare?
Anche perchè il malcapitato ha un debole per Isabelle e sembra non avere nessuna intenzione di concedere il divorzio....Un piano perfetto si immette senza particolare meriti ma anche senza particolari infamie nel calderone delle commedie sentimentali francesi che da quando in Italia è uscito Quasi amici, sembrano riscuotere molto successo nella distribuzione italiana, hai visto mai che ripetessero il colpaccio.Però come pretendere il colpaccio da un film uscito esattamente un anno fa in Francia ( alla fine d'ottobre del 2012 per la precisione) e che anche nei patri confini non ha riscosso il successo auspicato?Hai voglia a mettere nella locandina il richiamo " dai produttori di Quasi amici" ( a proposito curioso che nella locandina francese il richiamo sia a Il truffacuori, commedia sentimentale di successo, non planetario come Quasi amici diretta dallo stesso regista di Un piano perfetto ) da usare come passpertout per attirare con l'allocco di turno....Veniamo al film: da una parte il talento comico più in vista della commedia francese, Dany Boon, che fa il suo solito lavoro senza strafare, anzi con un po' meno verve del solito, dall'altra il tentativo di riciclare una bellezza algida come Diane Kruger in parti brillanti in cui evidentemente non è abituata.Un film come questo dovrebbe basarsi sull'alchimia tra i due protagonisti ( in fondo racconta la sempiterna storia della bella e del bestio, in cui la prima cerca di fracassare in tutti i modi gli zebedei al secondo , dotato di capacità di sopportazione epica) e su un gruppo di caratteristi comprimari che assicuri il versante umoristico per far ridere.Questo film non ha nessuno dei due: praticamente impossibile credere alla favola che una tipa come Isabelle, dentista di successo che convive con bellissimo collega, faccia il salto nel buio con Jean Yves, grigio redattore di guide turistiche e mancano quasi del tutto le situazioni che strappino risate a scena aperta.Al massimo si sorride un paio di volte in un film che si avvale di locations cartolinesche, dall'Africa alla Russia, forse sempre per abbindolare l'allocco di turno di cui sopra.
E anche il coro di comprimari è drasticamente ridotto all'osso, ci sono sempre la Kruger e Boon in scena.Alla fine la cosa più divertente sono i ciak sbagliati alla fine del film e con questo ho detto praticamente tutto di una produzione ad alto budget ( e si vede dallo sfoggio di locations perfettamente riconoscibili) a cui però manca quella magia che permetta di parlarne meglio.In fondo ci troviamo di fronte a una storia raccontata millemila volte con un finale che è noto fin dall'inizio, fin dall'incontro tra i due protagonisti.Del resto le regole del genere vogliono così.Degno al massimo di una visione disimpegnata, siamo sempre a un livello di confezionamento superiore rispetto agli analoghi prodotti italiani....
( VOTO : 5,5 / 10 )
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