Un po' di Amarcord di fine 2010

Oggi un mio caro amico mi ha raccontato che, per una serie di eventi, dovrà rincontrare la sua ex ragazza a casa sua e che la cosa gli creerà un po' di imbarazzo e nostalgia/magone, per una serie di ricordi che gli si scateneranno addosso non appena varcherà quella soglia. Mi ha intenerito e mi ha dato l'idea di quanto voglio bene a questa persona (mi lascio andare così perché è l'ultimo dell'anno, poi torno la cinica rognosa di sempre, non preoccupatevi). Bhe mi ha lasciato un po' così... e quindi ho deciso di scrivere questo post.
I ricordi... che brutta bestia, vero? E magari è anche più facile che riaffiorino in questo periodo: la fine dell'anno, tempo di bilanci, i fottuti bilanci. Dio solo (per chi ci crede) sa quante cose vorrei dimenticare nel 2010, del 2009, ecc., vorrei proprio che non fossero mai successe; però, a dire la verità ho sul passato l'opinione che ne ha Mary alla fine di Eternal Sunshine of the Spotless Mind (mi RIFIUTO di indicare il titolo italiano). In sostanza lei dice: “Preferisci vivere così, con tutto quello che hai dovuto attraversare, ma sapere chi sei oppure perdere tutto, non sentire più dolore, ma non avere più un'identità?”. Sarà magari banale, ma io ci credo profondamente: sono quel che sono anche – forse soprattutto – per le cadute, le porte in faccia, i bastoni tra le ruote, gli schiaffi al cuore. Vi lascio con le immagini di 4 fotografi, nel senso di scrittori con la luce, non nel senso di gente che ha una partita iva, che ho scoperto quest'anno, sui quali ho scritto (o scriverò presto) e... che sono un pezzetto di me... come i ricordi, quelli che mi fanno stare bene.
Buon anno: non dimenticatevi chi siete.
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