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Un po' di revisionismo su Brass

Da Carlo_lock

File:Flickr - nicogenin - 66ème Festival de Venise (Mostra) (30).jpg

foto:wikipedia

 

Sono sempre stato dell' avviso che le idee, le opinioni si possano cambiare, quindi è cosa saggia fare a volte del revisionismo, non solo in politica.
Ecco, ho rivisto alcune pellicole di Tinto Brass dopo anni, ho scoperto una sua intervista trasmessa recentemente su Rai 5 e devo dire che in fin dei conti non rappresentano tutto questo erotismo. Ma come si fa a etichettare Tinto Brass come il solo rappresentante dell'erotismo all'italiana? L' Italia non è stata forse capace di fare meglio di lui? Ma sì, certo che sì!!! Vogliamo parlare di Samperi? Brass è sicuramente un notevole esteta, una preparazione culturale degna di un cineasta della nouvelle vague, se vogliamo, contatti con il cinema francese e con alcuni grandi "maestri" storici, come Fellini o Rossellini. Ma, a mio avviso, vi è un grosso iato tra l'autopresentazione incensante e colta dei propri film e gli stessi risultati ottenuti. Probabilmente da oggi rientrerò nella cerchia di chi, secondo il Maestro, non è degno di comprendere le sue opere. Non parlo di una questione morale e nemmeno di prodotti indegni di far parte di un cinema d'autore, no, il punto cruciale è poi questo: i film di Brass, superata una certa età, non fanno tirare più il cazzo (o non fanno bagnare). Del resto le sceneggiature brassiane sono molto povere, ridotte a tette, culi, con canovacci ormai ripetuti alla nausea, pose, scenografie, battute stereotipate, un erotismo dal marchio di fabbrica, ma sempre lo stesso, che può piacere o non piacere....e trattandosi di un erotismo all'interno di un prodotto che nonostante le buone intenzioni è pur sempre commerciale (o considerato tale in Italia) non può che far leva che sulla stimolazione delle emozioni e dei bassi istinti, esattamente come un horror, il cui compito è spaventare. Certo, un adolescente è di bocca buona, ma un adulto si aspetta qualcosa di più, magari anche uno studio più attento dei personaggi. Nei film di Brass post-Chiave, cambiano i nomi, i culi, ma, come si suol dire, invertendo gli addendi il risultato non cambia. E tale risultato è sempre il medesimo: personaggi femminili che ovunque li metti sono sempre puttane e con una scarsa propensione alla recitazione; scenari da bordello anche in appartamenti privati, con l'uso di specchi, di arredi o luci o blu o rossi; riprese voyeuristiche che si limitano quasi esclusivamente al culo o al pube (perché non riprendere anche bocca, lingua, ascelle, piedi? Cercare un erotismo anche nella ripresa di zone non erogene, insomma, e soprattutto non limitarsi a farlo scaturire unicamente dal nudo), rapporti meccanici e molto frettolosi, numerosi e talvolta non giustificati nella trama; il tema ormai abusato del tradimento che rinforza l'intesa di coppia. Insomma, "visto uno, visti tutti" ( o quasi). Le ultime opere di Tinto sono una fotocopia dell'altra (Monamour, l'ultima, non ha avuto neanche una distribuzione al cinema) sulle quali non serve nemmeno fare troppi discorsi. Oltretutto l'immagine della donna che Brass propugna non esiste nella realtà di tutti i giorni, è una donna perlopiù desiderata e per giunta solo dal sesso maschile. L'erotismo di Brass è molto da caserma, insomma, ruspante, pecoreccio, semplice, che scivola a volte nella farsa e nel comico (un obiettivo da molti non ottenuto o non perseguito a dovere)....insomma niente raffinatezze, niente perversioni vere, però serenità e farsa compiaciuta. Ma allora Brass si è preso dei meriti e quali per i suoi film erotici? Sì, dei meriti ce li ha, meriti che riguardano l'aver creato uno stile "restauratore" di un erotismo anteguerra, ingenuo e di poche pretese, meno cerebrale e di aver effettivamente compiuto il tentativo di realizzare un cinema erotico monotematico d'autore, un cinema che, nel bene o nel male, ha una sua filosofia e il suo lato positivo nel propagandare il messaggio di una sessualità libera e gioiosa contro le maglie repressive del Vaticano. Irresistibili le provocatorie blasfemie brassiane nel far comparire uomini di chiesa in contesti non proprio da educande...
Per Brass possiamo parlare di cinema erotico d'autore, ma, certamente, non è il solo ad aver trattato questo tema...che si pensi che solo Brass sappia fare erotismo al cinema non è accettabile. Onestamente mi ha fatto tirare di più il cazzo Nanni Moretti insieme a Isabella Ferrari in Caos calmo che Così fan tutte, Monella o Paprika messi insieme. Forse sarò stato duro, ma, in ogni caso, considero Brass un notevole cineasta, forse un po' sprecato per le scelte che egli stesso ha deciso di intraprendere da una trentina d'anni a questa parte, scelte vincenti per un lato, ma poco valorizzanti dall'altro.
Ecco l'intervista realizzata per Rai 5, nella quale emerge veramente chi è Tinto Brass. Chi non conosce bene questo regista, consiglio allora di vedere attentamente i filmati.


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