“In Canada si schiatta dal caldo!” è una di quelle frasi che mai avrei pensato di dire e invece… dopo 6 mesi d’inverno e 2 giorni di primavera è arrivata l’estate e noi ne approfittiamo per fare i turisti.
Da tempo volevamo visitare la capitale Ottawa, ma trovare un weekend libero dagli impegni lavorativi di House non è sempre possibile. Finalmente siamo riusciti ad organizzarci e siamo arrivati ad Ottawa sotto un cielo blu splendente dopo 2 ore di macchina, un pisolino di Merdolo la classica colazione con il caffè-annacquato-bollente di Tim Horton, accompagnato dai suoi immancabili dolci in grado di farti salire la glicemia alle stelle.
Non siamo arrivati nella capitale in tempo per goderci il Canadian Tulip Festival, rassegna che si tiene in maggio ogni anno da quando, dopo la seconda guerra mondiale, la regina dei Paesi Bassi, Juliana, fece qui inviare 100.000 tulipani come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta nel periodo in cui la sua terra era funestata dall’occupazione nazista.
I nostri amici canadesi sostengono che Ottawa sia una città noiosa in cui vivere, perché poco stimolante. Sarà, ma io quando sono arrivata son rimasta a bocca aperta. L’ho trovata una città bellissima e soprattutto pulita. Mi ha colpito l’ordine, la pulizia sia delle zone turistiche sia di quelle meno battute, inoltre Ottawa non dà per niente l’idea di essere caotica, come Montrèal e Toronto, pur essendo la capitale del Canada. Inevitabile il confronto con le altre capitali che ho visitato negli anni. Parigi, Roma, Londra, Madrid non sono paragonabili. Non mi riferisco alle bellezze architettoniche o a ciò che possono offrire come strutture turistiche, essendo visitate da milioni di persone ogni anno; parlo solo di pulizia e mi chiedo cosa possano pensare i turisti vedendo tutte quelle bellezze circondate da pattume. Meglio non chiederselo; ma tapparsi occhi orecchie naso e bocca non aiuterà di certo a cambiare le cose. Se la passano un po’ meglio le capitali del nord Europa come Copenaghen e Stoccolma, pulite ed ordinate anche se spesso austere, ma sono pareri soggettivi.
I miei pensieri si sono però concentrati su altro per tutto il giorno. Su riflessioni più personali. Ho visto Merdolo giocare e ridere nel prato davanti a Parliament Hill, l’ho visto addormentato mentre passeggiavamo lungo il canale Rideau, sgranocchiare biscotti davanti ai cavalli della Royal Canadian Mounted Police e tutte queste immagini rimarranno indelebili nella mia mente per sempre. Aiutata sicuramente anche dalle 6500 foto che io e suo padre gli scattiamo in continuazione. Lui non ricorderà nulla di tutto ciò. Lui che non conosce la differenza tra Italia e Canada, tra essere turista ed essere expat, tra casa e Montreal; lui che non sa da che parte è girato, che vede ma non comprende. E’ troppo piccolo e non ricorderà (bè forse il non ricordare che mi è caduto dal fasciatoio è una fortuna).
Il pensiero mi rattrista però, vorrei ricordasse i sorrisoni che fa con noi in questo periodo perché dà proprio l’idea di essere un bambino felice. E questo è l’importante, che continui a sorridere. Mi auguro che continui a sorridere sempre con noi, ovunque saremo nel mondo.