UN ROMANZO IN CUI SI RACCONTANO ESPERIENZE DI VITA .
Come mi sono vista riflessa in Erri-bambino!! Il rievocare il proprio Io bambino. Lo stupore nel riscoprire la semplicità di un'estate al mare, la spontaneità dell'infanzia, la naturalezza dei sentimenti. Il primo incontro con l'Amore, il rapporto con il corpo che cambia e cresce rapidamente, un'interiorità pura anche se troppo acerba nella quale inizia a farsi strada l'autocoscienza
Il romanzo di Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi” del 2011, è il risultato di una reminiscenza profonda e delicata di un periodo breve, circoscritto in un tempo antico, isolato, ma ricco di significato ( ed in questo mi sono ritrovata avendo ora raggiunto una età giusta, secondo me, per rimembrare, cioè riunire le membra, le parti di ricordi lontani ma vividi nella memoria anche visiva; ricordare affidandosi al cuore; rammentare affidandosi alla mente).
ADOLESCENZA
Attraverso uno stile conciso ed efficace, lo scrittore napoletano riesce a raccontare una storia estremamente semplice in poco più di cento pagine, ma carica di emozione. Un bambino di dieci anni conosce una coetanea con cui inizia a trascorrere le proprie giornate in spiaggia e impara dolcemente lo stupore del verbo mantenere ossia 'tenere per mano'. Un sentimento nuovo, imprevisto, mai contemplato che realizza la contrapposizione tra corpo e anima, dando spazio a nuove forme. L'infanzia è descritta attraverso la lettura, la pesca, i giochi solitari del bambino: è l'età dell'inconsapevolezza dovuta all'assenza del confronto con l'Altro, in cui il corpo è assopito, quasi inesistente. L'incontro con la ragazzina vuole simboleggiare l'approdo ad una prima forma di coscienza.
Un esempio:
“Mi accorgevo del corpo, del suo interno, accanto a lei: del battito del sangue a fior di polso, del rumore dell'aria nel naso, del traffico della macchina cuore-polmoni. Accanto al suo corpo esploravo il mio, calato nell'interno, sbatacchiato come il secchio nel pozzo.”
Si avverte un senso di indefinito che avvolge l'anima del bambino, scontrandosi con la sicura volontà della coetanea che lo guida alla scoperta di sé. E' una seconda nascita, ma solo una delle tante. Innumerevoli esperienze ed incontri non potranno mai riempire il vuoto di notizie che si ha di se stessi: ognuno vive la precarietà e l'inconsistenza del proprio essere. Il libro di De Luca è una specie di romanzo di formazione volutamente incompiuto nel fotografare un piccolo passo nel tempo che avanza.
PASSIONE PER LA LETTURA LETTURA
“ L'età dei dieci non mi ha attirato a scrivere finora. Non ha la folla interiore dell'infanzia né la scoperta fisica del corpo adolescente. A dieci si sta dentro un involucro che contiene ogni forma futura. Si guarda fuori da presunti adulti ma stretti in una taglia minima...”
L'autore riflette sul fatto di aver sentito la necessità di raccontare quest'epoca della sua vita, raccogliendo quei “brani” di sé liberi nella memoria, nella necessità esistenziale del ricordo ( sempre con il cuore e l’anima vigili!!).
Così in bilico tra prosa e poesia, De Luca riesce a raccontarci lievemente senza banalità un momento lontano della propria vita, il primo amore infantile mediante una scrittura e uno stile, a mio parere, perché il suo lavoro ci aiuta a familiarizzare con i propri ricordi, anche quelli più sbiaditi.